domenica, Novembre 24, 2024

Stellar Blade: recensione del nuovo action RPG di aprile 2024 esclusivo per PS5

STELLAR BLADE: IL GIOCO PIÙ ATTESO DI APRILE 2024

Senza nulla togliere a Sand Land e al nostalgico Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes, Stellar Blade è diventato senz’ombra di dubbio il gioco più atteso di aprile 2024. Complici una protagonista dai tratti irresistibili e delle fonti di ispirazione tra le quali figurano NieR: Automata e Sekiro: Shadows Die Twice, l’action RPG confezionato dai ragazzi dallo studio coreano SHIFT UP ha subito catturato l’attenzione del pubblico e della stampa internazionale. Dopo aver seguito attentamente lo sviluppo del fu Project EVE, la cui gestazione è durata cinque anni, è infine giunto il momento di emettere il nostro verdetto finale sulla nuovissima esclusiva PlayStation 5.

Storie DI MOSTRI, ANDROIDI E UMANI POTENZIATI

Se avete seguito il corposo coverage che negli anni abbiamo dedicato a Stellar Blade, sicuramente saprete già che questo è ambientato in un futuro post-apocalittico in cui il genere umano, dopo essersi quasi estinto, ha dovuto lasciare la Terra per rifugiarsi su una Colonia in orbita. A distanza di settant’anni da quella sofferta decisione, i superstiti sono ormai pronti a tornare sul pianeta azzurro per strapparlo dalle grinfie dei Naytiba, raccapriccianti mostri di origine ancora sconosciuta che decenni prima comparvero letteralmente dal nulla, divenendo la nuova specie dominante del corpo celeste.

Allo scopo di eliminare i Naytiba Alpha e soprattutto l’Antico, nelle battute iniziali del racconto cinque navi con a Edge le soldatesse appartenenti alla Settima Unità Aerea partono alla volta della Terra, ma disgraziatamente queste vengono attaccate e abbattute da un nemico non meglio specificato subito dopo essere entrate nell’atmosfera. Scampata a morte certa grazie a una capsula di salvataggio, la protagonista EVE atterra quindi sul nostro pianeta e, assieme alla caparbia comandante e amica Tachy, subito si ritrova coinvolta in uno scontro.

Salvata dal provvidenziale intervento di un predone umano di nome Adam, la fanciulla realizza dunque di essere l’unica sopravvissuta della Settima Unità Aerea, ciononostante decide di non arrendersi e di portare avanti la perigliosa missione affidatale dalla cosiddetta Sfera Madre (l’entità a capo della Colonia). Collaborando con Adam e Lily, giovane ingegnera appartenente alla Quinta Unità Aerea inviata sulla Terra alcuni anni prima, EVE si metterà ben presto in viaggio per sterminare tutti i Naytiba, scoprendo lungo il percorso dell’esistenza di Xion (città costruita da umani che non hanno mai lasciato la propria casa) e apprendendo sconcertanti verità su quanto accadde prima della Guerra Finale in cui la nostra specie venne sconfitta.

UN OMAGGIO AI GRANDI SUCCESSI DEGLI ULTIMI ANNI

Passiamo quindi all’aspetto più interessante di Stellar Blade, che risiede in un gameplay ibrido e “composto” da elementi presi in prestito da Sekiro: Shadow Die Twice e Devil May Cry. Laddove l’articolato sistema di combo di Stellar Blade, che permette di concatenare frenetici attacchi leggeri e pesanti, è palesemente ispirato alla saga avente per protagonisti gli eredi di Sparda, va specificato che l’approccio ai combattimenti – che tra le altre cose prevedono schivate, parate perfette e contrattacchi – si avvicina più ai ritmi dei soulslike che a quelli che contraddistinguono gli hack ‘n’ slash.

Mentre in DMC o Bayonetta è possibile eliminare orde di avversari in pochi istanti, ignorando magari qualche colpo incassato durante la fase offensiva, per superare i Naytiba occorre osservare e studiare con attenzione i loro pattern di attacco, anche perché i mostri di SHIFT UP picchiano forte e basta una distrazione anche lieve per capovolgere l’esito di uno scontro. Strizzando l’occhio al già menzionato Sekiro: Shadow Die Twice, le minacce affrontabili nella nuova esclusiva PlayStation presentano pure una barra dell’equilibrio, che al pari di quella della postura inclusa nell’action pubblicato da Activision può essere ridotta eseguendo ripetutamente delle parate perfette, che come intuibile sbilanciano l’oppositore e lo lasciano momentaneamente vulnerabile ai nostri assalti. A differenza di quanto accade nei titoli targati FromSoftware, però, i movimenti di EVE non sono vincolati da barre della stamina o dell’equilibrio, tant’è che questa può effettuare parry e schivate anche all’infinito, a patto che il giocatore ne azzecchi il giusto tempismo. La protagonista dispone poi di uno scudo, una risorsa protettiva che riduce drasticamente i danni in entrata: quando questo è attivo, l’efficacia dei colpi dei mostri diminuisce e, anziché azzerare i punti salute di EVE, questi finiscono per consumare alcuni segmenti della barra scudo, che ad ogni modo si ricarica col passare dei secondi.

Un tasso di sfida artificioso e decrescente

Tra prestiti di una certa levatura e idee più o meno originali, col passare delle ore la protagonista tende a tramutarsi in una macchina da guerra dalle mille risorse, che se da una parte favoriscono l’elaborazione di strategie piuttosto articolate, dall’altra minano la difficoltà complessiva del prodotto.

A questo proposito occorre specificare che, all’inizio di una nuova partita, Stellar Blade presenta due diversi livelli di sfida (Storia e Normale), cui se ne aggiunge un terzo – ossia l’immancabile modalità Difficile – dopo aver completato il gioco almeno una volta. Sebbene i pattern di attacco dei boss incontrati lungo la campagna principale diventino sempre più fantasiosi e pericolosi, sbloccando tutti i vari talenti di EVE e padroneggiando le risorse belliche più vicine al nostro personalissimo stile di gioco abbiamo percepito un notevole calo della difficoltà, che si è abbassata ulteriormente quando la guerriera della Settima Unità Aerea ha acquisito la cosiddetta Modalità Tachionica: un prodigioso power-up temporaneo che, oltre a renderla del tutto invincibile, incrementa i parametri di EVE e le consente l’accesso alle sue tecniche più devastanti, ma sul quale preferiamo non anticiparvi nient’altro, se non che l’arma e persino l’aspetto della protagonista vi ricorderanno immediatamente un certo villain di Final Fantasy VII.

Esplorazione anacronistica e poco stimolante

Se nel complesso siamo più che soddisfatti del sistema di combattimento, lo stesso non si può dire purtroppo della componente esplorativa, assai altalenante e afflitta da soluzioni ludiche obsolete e ripetitive. Andiamo però per gradi, specificando anzitutto che Stellar Blade alterna mappe molto semplici dal punto di vista strutturale, al punto tale da sembrare dei corridoi senza fine, ad aree più ampie.

Tra scorciatoie da sbloccare e piccole diramazioni che sfociano in contenuti segreti, l’esplorazione delle location dalla struttura lineare si è rivelata assai più piacevole, in quanto le zone di matrice “open map” – una landa desolata e un banalissimo deserto per giunta molto simili tra loro – risultano inutilmente dispersive e povere di contenuti che possano giustificare le tante ore necessarie per setacciarle da cima a fondo. Fatta eccezione per qualche collezionabile nascosto negli angoli più impensabili delle stesse, le suddette sono quasi del tutto vuote e fungono perlopiù da mero contenitore di fetch quest selezionabili attraverso la bacheca appesa per le strade di Xion.

A peggiorare una situazione tutt’altro che rosea ci pensano poi degli enigmi ambientali poco ispirati e che si ripetono all’infinito in ogni singolo territorio del mondo post-apocalittico dipinto da SHIFT UP. Casse da spostare per poter raggiungere luoghi sopraelevati altrimenti fuori dalla portata di EVE, codici da rintracciare e inserire manualmente per poter aprire e saccheggiare i forzieri disseminati in ogni dove, porte che si aprono solo da un lato e obiettivi volanti da distruggere entro un preciso lasso di tempo sono solo alcuni dei ridondanti espedienti che disgraziatamente rallentano e appesantiscono la componente esplorativa di Stellar Blade, che oltre a servirsi di enigmi alquanto anacronistici non escogita nulla di nuovo.

Arte e performance di Stellar Blade

Sorvolando sulle sterili e insensate polemiche sollevate dal pubblico a causa delle generose rotondità di EVE, dobbiamo ammettere di essere rimasti molto colpiti dal curatissimo character design di Stellar Blade, il quale porta l’inconfondibile firma di Kim Hyung Tae, noto artista coreano che in passato ha contribuito, tra le altre cose, a Blade & Soul, la saga di Magna Carta e non per ultima la serie di War of Genesis.

Un plauso particolare va poi rivolto agli artisti dietro la realizzazione dei Naytiba, mostri grotteschi e maledettamente ispirati che ben si adattano alla natura post-apocalittica del racconto e alla contaminazione che dilaga su tutto il pianeta Terra. Peccato soltanto che diversi boss siano stati più volte riciclati per riempire le aree più spaziose o comunque metterci i bastoni tra le ruote durante il completamento delle sidequest.

Meno uniforme e convincente ci è parso invece il design dei vari livelli, che alternano suggestive città in rovina – come la splendida Eidos 7 parzialmente esplorabile nella demo di Stellar Blade – a blandi deserti senza anima, che per qualche ragione si ripresentano puntualmente in ogni dannato esponente del genere. Passando invece alle prestazioni, segnaliamo che Stellar Blade offre la bellezza di tre modalità grafiche: Risoluzione, indicata a chi desidera massimizzare la strabiliante resa della produzione current-gen, Prestazioni, che garantisce un granitico frame rate a 60 fps, e infine Bilanciata, che coi suoi 40 fps rappresenta un buon compromesso tra le prime due soluzioni.

Al solito abbiamo condotto i nostri test principalmente in modalità Prestazioni, godendo quindi di un’azione estremamente fluida e impreziosita da animazioni di ottima fattura. Sempre a proposito delle performance, è opportuno precisare che, a differenza di quanto intravisto nella demo di Stellar Blade, il codice finale è del tutto esente da problemi di input lag: al contrario, i comandi di EVE sono sempre reattivi, come appunto ci si aspetterebbe da un titolo basato sull’azione frenetica.

Realizzata da diversi artisti tra cui spiccano Hwang Joo-Eun, Oliver Good, Keita Inoue e altri compositori appartenenti all’agenzia nipponica fondata da Keiichi Okabe (NieR), la colonna sonora di Stellar Blade regala un accompagnamento musicale malinconico, evocativo e sempre attento a sposare alla perfezione i toni assunti dalla narrazione.

Senza nulla togliere ai delicati cori vocali che caratterizzano i vari motivi della soundtrack, restiamo comunque del parere che un pizzico di K-pop avrebbe giovato non poco alle battaglie e ancor più all’identità della produzione, che sul piano musicale è troppo simile a NieR. Spendiamo due parole anche sulla traduzione in italiano, che a parte un paio di errori assolutamente trascurabili ci è parsa scorrevole, e sul doppiaggio nell’italico idioma, che al contrario lascia molto a desiderare. Fatta eccezione per un paio di personaggi, tra cui la stessa EVE, le performance recitative dei doppiatori nostrani mancano di profondità e in alcuni casi si ha sgradevole sensazione che gli interpreti vocali stiano semplicemente leggendo le loro battute. Non avendo potuto selezionare la lingua giapponese, che per qualche motivo è disponibile solo nel paese del Sol Levante, e non conoscendo il coreano, chi vi scrive ha quindi dovuto ripiegare sulla traccia inglese, che al netto di qualche accostamento vocale infelice vanta una recitazione di gran lunga superiore.

ARTICOLI COLLEGATI:

ULTIMI ARTICOLI: