L’ARTICO POTREBBE RIMANERE SENZA GHIACCIO GIÀ ENTRO QUESTO DECENNIO
Il passo con cui ogni anno si riduce la quantità dei ghiacci nell’oceano artico nei mesi estivi potrebbe portare alla loro scomparsa con almeno 10 anni di anticipo rispetto alle precedenti previsioni, già entro la fine di questo decennio o all’inizio del prossimo. Sono le conclusioni di un nuovo studio pubblicato su Nature Reviews Earth & Environment e intitolato Projections of an ice-free Arctic Ocean, redatto da ricercatori dell’Institute of Arctic and Alpine Research dell’Università del Colorado. Per mare senza ghiaccio si intende una situazione in cui l’area di ghiaccio marino nell’oceano artico si riduce ad un valore inferiore a 1 milione di km2. Secondo lo studio, con l’attuale andamento delle emissioni di gas serra, la prima occorrenza di un artico senza ghiaccio potrebbe verificarsi entro il prossimo decennio, ma condizioni costantemente senza ghiaccio tra agosto e settembre (eventi frequenti di un Artico senza ghiaccio) potrebbero verificarsi già entro il periodo 2035 – 2067. L’andamento futuro delle emissioni determinerà la frequenza e la durata con cui queste occorrenze potranno verificarsi, ma il loro insorgere sembra ormai essere inevitabile.
SCENARIO FUTURO SENZA GHIACCIO NELL’ARTICO
Secondo il modello sviluppato nello studio, che tiene conto di un gran numero di fenomeni interdipendenti tra di loro dovuti al riscaldamento globale, entro il 2100 c’è la possibilità del verificarsi di condizioni senza ghiaccio nell’artico da maggio a gennaio in uno scenario di emissioni elevate, e da agosto a ottobre nel caso di una riduzione delle emissioni. Gli esiti sarebbero, purtroppo, disastrosi. “Questo processo trasformerebbe l’Artico in un ambiente completamente diverso, da un Artico estivo bianco a un Artico blu. Quindi, anche se le condizioni senza ghiaccio sono inevitabili, dobbiamo comunque mantenere le nostre emissioni più basse possibile per evitare periodi prolungati senza ghiaccio”, scrive Alexandra Jahn, autrice dell’articolo.
SPERANZA NELL’INVERTIRE LA TENDENZA
C’è fortunatamente anche un filo di speranza: a differenza del ghiaccio sulla terra ferma, come quello della Groenlandia che ha richiesto millenni per accumularsi, quello marino è più resiliente e può riformarsi velocemente con l’abbassarsi delle temperature: “Anche se sciogliessimo tutto il ghiaccio marino artico, se in futuro riuscissimo a capire come estrarre CO2 dall’atmosfera per invertire il riscaldamento, il ghiaccio marino tornerebbe entro un decennio” scrive Jahn.
RIDUZIONE DELL’ESTENSIONE DEI GHIACCI E CAMBIAMENTI CLIMATICI
La minima estensione del ghiaccio nell’oceano artico si verifica annualmente nel mese di settembre. Secondo le attuali rilevazioni satellitari annuali, la riduzione dell’estensione minima dei ghiacci ha raggiunto un tasso pari al 12,2% ogni dieci anni e non ci sono segnali di un’inversione di tendenza. Intanto anche il mese di febbraio si è chiuso con ondate di calore record in gran parte dell’emisfero sud, e temperature invernali abbondantemente sopra la media in quasi tutto l’emisfero nord secondo gli ultimi dati riportati dalla WMO.
La questione del cambiamento climatico e dei suoi effetti sull’Artico è sempre più urgente e non può essere ignorata. È necessario agire con determinazione per ridurre le emissioni di gas serra e implementare politiche sostenibili per preservare l’ambiente e le risorse naturali del nostro pianeta. La scomparsa del ghiaccio nell’Artico è solo uno dei tanti segnali di allarme che ci vengono mandati dalla natura, e dobbiamo essere pronti ad affrontare le sfide che ci attendono per garantire un futuro migliore per le generazioni future.