venerdì, Novembre 15, 2024

Rientro incontrollato del satellite ERS-2: rischi e previsioni dell’ESA

UN GRANDE SATELLITE EUROPEO RIENTRERÀ SULLA TERRA IN MODO INCONTROLLATO

Il satellite ERS-2 (European Remote Sensing 2) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta rientrando nell’atmosfera terrestre perché ha terminato la sua missione iniziata nel 1995. Ma il suo “ritorno a casa” avverrà in modo incontrollato e l’ESA sta monitorando il satellite in tempo reale per CERCARE DI PREVEDERE L’AREA IN CUI ALCUNI DETRITI DEL SATELLITE POTREBBERO ARRIVARE AL SUOLO.

ERS-2 STA DEORBITANDO IN MODO NATURALE MA INCONTROLLATO

ERS-2 si è occupato per 16 anni di osservare la Terra con i suoi strumenti al fine di studiare i cambiamenti climatici, ma nel 2011 l’ESA ha deciso che i suoi compiti erano terminati e dunque di deorbitare il satellite.

Nei mesi di luglio e agosto del 2011 il satellite è stato impegnato in una serie di 66 manovre di deorbitaggio che hanno consumato tutto il carburante. Le manovre hanno portato il satellite da un’altitudine media di 785 km a circa 573 km per ridurre notevolmente il rischio di collisione con altri satelliti o detriti spaziali, e per garantire che l’orbita decadesse abbastanza velocemente da consentire a ERS-2 di rientrare nell’atmosfera terrestre entro i prossimi 15 anni.

Quei 15 anni si concluderanno il 21 febbraio del 2024, ma nel satellite non è rimasta una goccia di carburante, e il suo rientro viene considerato “naturale” dall’ESA perché NON C’È PIÙ MODO DI CONTROLLARE ATTIVAMENTE IL MOVIMENTO DI ERS-2 DA TERRA DURANTE LA SUA DISCESA.

FRAMMENTI POTREBBERO ARRIVARE AL SUOLO, MA IL PERICOLO PER LE PERSONE È LIMITATO

Quando nel 1995 ERS-2 ha lasciato alla Terra aveva una massa di 2.516 kg. Senza carburante è diventata di circa 2.294 kg. L’ESA fa sapere che in media, un oggetto di massa simile rientra nell’atmosfera terrestre ogni una o due settimane. Il rientro di un oggetto di queste dimensioni e massa comporta che bruci comunque nell’atmosfera, ma con frammenti che possono raggiungere il suolo.

Il problema legato a ERS-2 è che il suo rientro non può essere controllato e quindi NON PUÒ ESSERE DEFINITA CON CERTHEZZA L’AREA IN CUI CADRANNO ALCUNI DETRITI.

L’ESA ha stimato che IL FRAMMENTO PIÙ GRANDE CHE POTREBBE RAGGIUNGERE IL SUOLO SARÀ DI 52 CHILOGRAMMI da un’altitudine di 80 km. Nessuno dei detriti conterrà sostanze tossiche o radioattive.

L’agenzia spaziale sta effettuando dei calcoli statistici dell’area di rientro tenendo conto anche della densità degli strati dell’atmosfera terrestre. Sono questi strati a produrre la resistenza aerodinamica responsabile del decadimento dell’orbita del satellite: più densi sono, più resistenza aerodinamica generano e più velocemente l’orbita del satellite decade.

Secondo le ultime previsioni, per le quali l’ESA ha una pagina internet costantemente aggiornata, IL RIENTRO DI ERS-2 DOVREBBE AVVENIRE ALLE 20:24 CET DEL 21 FEBBRAIO. Ma, proprio per far capire quanto sia difficile prevedere con Sicurezza il tempo di rientro, l’ESA abbina a questo valore un’incertezza di +/- 9,91 ore, che di conseguenza può corrispondere a regioni della Terra molto distanti tra loro.

In ogni caso, secondo l’ESA IL RISCHIO ANNUALE CHE UN SINGOLO ESSERE UMANO VENGA FERITO DA UN DETRITO SPaziale è inferiore a 1 su 100 miliardi. Per rasserenare gli animi ha messo in rapporto questa fatalità con altri rischi. La possibilità di essere colpiti da un detrito di questo tipo è circa 1,5 milioni di volte inferiore al rischio di rimanere uccisi a causa di un incidente domestico, circa 65.000 volte inferiore al rischio di essere colpiti da un fulmine, e circa 3 volte inferiore al rischio di essere colpiti da un meteorite.

ARTICOLI COLLEGATI:

ULTIMI ARTICOLI: