BROTHERS: A TALE OF TWO SONS – IL REMAKE DEL CAPOLAVORO DEL 2013
Il 2013 fu un’annata particolare per il mondo dei Videogiochi: nell’arco di pochi mesi, vennero pubblicati Papers, Please, Gone Home, The Last of Us e, ovviamente, Brothers: A Tale of Two Sons. I quattro titoli erano accomunati dalla volontà di raccontare Storie mature, capaci di spingere il giocatore a riflessioni più profonde in un mercato che, fino a poco tempo prima, aveva subito il dominio degli sparatutto.
CHI MAI AVREBBE POTUTO IMMAGINARE CHE JOSEF FARES, UN REGISTA SVEDESE ORIGINARIO DI BEIRUT, FOSSE CAPACE DI STREGARE PUBBLICO E CRITICA CON UN’Opera D’ESORDIO PUBBLICATA IN SORDINA. ERA L’ESTATE DEL 2013, L’INIZIO DI UN PERCORSO CHE AVREBBE PORTATO PRIMA A A WAY OUT E, INFINE, A IT TAKES TWO, GOTY DEL 2021. IN ATTESA DI METTERE LE MANI SULLA VERSIONE COMPLETA, ABBIAMO PROVATO LA PRIMA ORA DEL REMAKE DI BROTHERS: A TALE OF TWO SONS, IN USCITA IL 28 FEBBRAIO SU PC, Xbox SERIE X|S E PS5.
Un remake promettente
Definirlo un semplice rifacimento grafico non renderebbe giustizia al lavoro svolto dal team italiano Avantgarden: oltre al restyling visivo, sono state migliorate le animazioni dei personaggi, rendendo il feedback dei controlli più piacevole rispetto all’opera originale. I comandi sono rimasti invariati: con la parte destra del controller si usa il fratello minore e con quella sinistra il maggiore. Nelle fasi iniziali può risultare straniante, ma è una sensazione del tutto naturale che vi lascerete alle spalle dopo i primi minuti.
Uno degli aspetti che più ci ha colpito sono i filmati: Avantgarden non si è limitata a riproporre un copia e incolla delle cutscene originali, impiegando scelte di regia differenti a tal punto da alterarne le inquadrature, i movimenti di camera, la gestione delle luci e dei colori, senza stravolgere né la trama né i “dialoghi”. Ciò ha permesso di enfatizzare i momenti più drammatici e di donare maggior espressività ai protagonisti, grazie alle possibilità date dall’engine di ultima generazione. Abbiamo avuto la sensazione di trovarci di fronte a un’opera rispettosa del lavoro svolto dal team originale, ma desiderosa di perfezionare quegli aspetti che Starbreeze Studios aveva trascurato per motivi di budget.
Sinfonie fraterne
Impossibile non parlare delle musiche, da sempre uno degli elementi più apprezzati di Brothers: A Tale of Two Sons. Mentre il sound design non sembra aver ricevuto stravolgimenti eclatanti, Avantgarden ha gestito le musiche in maniera differente, modificandone la disposizione lungo il percorso. Riascoltando i vecchi brani, ci è parso di capire che alcuni pezzi siano stati riarrangiati o che ne siano stati composti di nuovi per l’occasione. La colonna sonora, comunque, agisce da amplificatore nei momenti più significativi, regalando ancora una volta istanti che metteranno a dura prova i vostri sentimenti. Chi ha avuto la fortuna di giocare Brothers: A Tale of Two Sons riconoscerà l’importanza della colonna sonora, mentre chi si avvicinerà al gioco per la prima volta se ne renderà conto già dai primi secondi.
Fratello, dove sei?
Laddove il gioco del 2013 presentava un’illuminazione più accentuata – tanto da risultare stucchevole in alcuni frangenti -, il remake propone luci più morbide, donando maggior profondità alle scene grazie a una profondità dei colori stratificata e piacevole all’occhio. Le ambientazioni sono ben dettagliate e l’Unreal Engine 5 regala scorci da cartolina, seppur alcune texture non ci abbiano colpito del tutto. La versione di prova ha mostrato qualche incertezza sul fronte della pulizia generale, ma è pur vero che si tratta di un work in progress. Per quanto riguarda l’ottimizzazione, abbiamo testato il gioco su una 3060 Ti a 1080p con dettagli a Ultra e non abbiamo notato cali di frame considerevoli, mentre la situazione è cambiata a risoluzioni maggiori nonostante il DLSS attivo. Confidiamo che da qui al 28 febbraio il team avrà tempo a sufficienza per ottimizzare ulteriormente il gioco.
Un lungo viaggio
Arrivati a questo punto, i più curiosi si staranno chiedendo di cosa parla Brothers: A Tale of Two Sons e a cosa è dovuto il suo successo. Non vogliamo anticiparvi alcunché, così che possiate avviare il gioco ignari di ciò che vi aspetta. Possiamo soltanto dirvi che Brothers: A Tale of Two Sons è un’opera struggente e siamo felici che molti potranno recuperarlo grazie a questo remake. Operazioni simili – al di là dei risultati – permettono di preservare la memoria di titoli che hanno avuto enorme importanza nel discorso sui videogiochi, su cosa possono fare e su cosa si può raccontare.
Gennaro Saraino – 1/02/2024