mercoledì, Ottobre 23, 2024

Regolamentazione Big Tech: cosa cambierà con il Digital Markets Act

LA REGOLAMENTAZIONE DELLE BIG TECH CON IL DIGITAL MARKETS ACT

L’Europa è da tempo attenta a regolamentare le nuove tecnologie e porre un freno allo strapotere delle big tech. Facciamo chiarezza, ricordando anzitutto cos’è il Digital Markets Act, e vedendo poi cosa succederà ai sei gatekeeper.

Il Digital Markets Act

In estrema sintesi, il Digital Markets Act (DMA) è una legge dell’Unione Europea, che ha l’obiettivo di regolamentare le grandi piattaforme tecnologiche all’insegna della pluralità nel mercato digitale. La legge è stata formalmente adottata dal Parlamento Europeo il 5 luglio 2022 e dal Consiglio il 18 luglio 2022, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue il 12 ottobre del 2022 ed è entrata in vigore il primo novembre dello stesso anno.

Prima del 7 marzo, i gatekeeper dovranno adattarsi alle nuove norme. Ma chi sono, anzitutto, i gatekeeper?

I gatekeeper

La Commissione Ue ha individuato 6 gatekeeper. E precisamente Meta, Alphabet (Google), Amazon, ByteDance (TikTok), Apple e Microsoft. Per essere considerati gatekeeper, le big tech devono avere introiti annuali uguali o superiori a 7,5 miliardi di euro negli ultimi 3 anni o un valore totale delle azioni di mercato di almeno 7,5 miliardi nell’ultimo anno, in almeno tre Paesi dell’Ue.

Devono poi fornire un servizio di “piattaforma principale”, cioè che abbia almeno 45 milioni di utenti finali attivi al mese residenti nell’Unione europea. E su base annua deve poter contare su un minimo 10.000 utenti commerciali attivi. Vediamo ora cosa dovrà cambiare per i gatekeeper individuati dalla Commissione europea.

Digital Markets Act: cosa cambia per Meta

In vista dell’attuazione del DMA, Meta ha fatto sapere che permetterà ai suoi utenti dell’Ue di scollegare i diversi account (di Instagram e Facebook, ad esempio), per evitare che ci sia un passaggio di dati senza uno specifico consenso. Ogni utente potrà dunque scegliere se tenere collegati o meno i vari account. Stesso discorso vale per i diversi servizi degli altri gatekeeper, come ad esempio Google.

Inoltre, i servizi di Messaggistica come WhatsApp dovranno garantire l’interoperabilità dei propri servizi alle altre piattaforme simili.

Digital Markets Act: cosa cambia per Apple

Più profondo l’impatto del DMA sul sistema chiuso di Apple. L’azienda di Cupertino dovrà permettere agli sviluppatori di offrire i download delle App anche da fonti diverse dall’App Store, e di utilizzare quindi pagamenti esterni e alternativi. Si andrà con ogni probabilità a una sorta di scissione tra l’App Store europeo e quello di tutti gli altri Paesi.

Spotify

Pur non essendo tra i sei gatekeeper, Spotify sta gongolando per l’effettiva entrata in vigore del DMA. Perché chi utilizzerà i servizi dell’azienda svedese di Streaming musicale sui dispositivi iOS godrà finalmente di condizioni più vantaggiose e agili. I vertici di Spotify hanno spiegato cosa cambierà dal 7 marzo: “Il Digital Markets Act significa che finalmente potremo condividere i dettagli di offerte, promozioni e modalità di pagamento più convenienti nell’Ue. Inoltre, un’esperienza più semplice per l’utente si traduce in un vantaggio per gli artisti, gli autori e i creator che cercano di costruire il proprio pubblico di ascoltatori, frequentatori di concerti e grandi appassionati di audiolibri. Tutto questo ora potrà avvenire senza l’onere di una tassa obbligatoria del 30% che è proibita dal DMA”.

E proseguono: “Se vorrete acquistare un abbonamento Premium, un audiolibro o se vorrete passare da un piano individuale a uno Duo o familiare per risparmiare, potrete farlo con un paio di semplici clic. Al momento non è possibile passare da un abbonamento Free a un abbonamento Premium all’interno dell’app e non ci è nemmeno permesso di dirvi quanto costano i nostri vari abbonamenti, come potete risparmiare o dove acquistarli. Non ha senso.”

Queste sono le principali novità che il Digital Markets Act introdurrà nel panorama digitale europeo, ponendo nuove regole alle big tech e garantendo maggiore tutela e trasparenza per gli utenti e gli sviluppatori. Resta da vedere come le aziende coinvolte si adatteranno e quali saranno gli effetti a lungo termine di questa nuova regolamentazione.

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