PRIVATE BROWSING 2.0: L’EVOLUZIONE DELLA NAVIGAZIONE PRIVATA DI WEBKIT
Nel 2005, gli sviluppatori Apple integrarono Private Browsing a livello di motore di rendering WebKit. L’obiettivo, comune anche ad altri Browser Web, era quello di proteggere la privacy degli utenti che condividono l’uso del medesimo dispositivo. La funzione è chiamata navigazione in incognito nella maggior parte dei browser e fa sì che il programma di navigazione si astenga dal memorizzare in locale qualunque dato relativo alle attività svolte online.
A quasi due decenni di distanza, Apple ha radicalmente fatto evolvere il concetto di Private Browsing spiegando che gli utenti non dovrebbero mai essere tracciati sul Web senza il loro consenso. Con l’introduzione di Safari 17.0 e successivi aggiornamenti, la Mela ha portato al debutto Private Browsing 2.0 che non si limita a evitare la memorizzazione delle informazioni in locale ma protegge gli utenti da tutte le minacce alla privacy sempre più sofisticate.
COS’È E COME FUNZIONA PRIVATE BROWSING 2.0
La piattaforma Private Browsing 2.0 adesso ambisce a proporsi come una soluzione a 360 gradi, capace di fungere da baluardo per la Sicurezza e la riservatezza dei dati personali.
RIMOZIONE DEI PARAMETRI DI TRACCIAMENTO DAGLI URL
Con l’integrazione della "navigazione privata" ulteriormente migliorata, ora Safari rimuove automaticamente i parametri di tracciamento dai link prima che l’utente sia diretto sulla pagina Web di destinazione. Questo comportamento impedisce agli script di terze parti di tracciare l’attività dell’utente attraverso i siti Web. Di fatto, però, i conteggi legati alle campagne pubblicitarie e a molti sistemi di statistica utilizzati in ambito Web Marketing verranno meno.
BLOCCO DEI CONTENUTI TRACCIANTI E DIFESA DAL FINGERPRINTING MIGLIORATA
Utilizzando un content blocker basato sui dati forniti da DuckDuckGo ed EasyPrivacy, Safari blocca le richieste di rete verso i tracker conosciuti, impedendo così qualsiasi tentativo di esfiltrazione di dati personali.
Ancora, Private Browsing 2.0 si concentra sulla protezione avanzata dal fingerprinting. WebKit si adopera cioè per ridurre al minimo il trasferimento verso server remoti di informazioni tecniche che potrebbero essere utilizzate per tracciare un identikit del singolo utente e, ad esempio, riconoscerlo univocamente tra una sessione online e l’altra. Il meccanismo di protezione aggiunge ad esempio rumore, in modo da rendere impossibile, se non estremamente difficile, l’identificazione univoca del dispositivo.
ISOLAMENTO DELLE SESSIONI DI NAVIGAZIONE E PROTEZIONE DELL’INDIRIZZO IP
Ogni scheda di navigazione privata utilizza sessioni separate attraverso proxy di iCloud Private Relay. In questo modo i server Web non possono collegare le attività svolte su diverse schede contemporaneamente aperte nel browser.
Quando si accede a server locali o aziendali, inoltre, Safari avvisa gli utenti prima di rivelare il loro indirizzo IP: anche questa è un’ulteriore misura per controllare la privacy e proteggere gli utenti da applicazioni "invasive".
DISATTIVAZIONE DELLE ESTENSIONI PIÙ "CHIACCHIERONE"
È risaputo che alcune estensioni per il browser possono costituire una vera e propria minaccia. Con Private Browsing 2.0, le estensioni che accedono ai dati dei siti Web o alla cronologia di navigazione sono disabilitate per impostazione predefinita nella modalità di navigazione privata. Gli utenti hanno comunque facoltà di abilitarle ove necessario.
ADATTRIBUTIONKIT: ECCO COME WEBKIT MISURA LE PERFORMANCE DEGLI ANNUNCI
Se da un lato Apple rimuove i parametri contenuti negli URL, tipicamente utilizzati per tracciare l’interesse degli utenti e la provenienza dei clic, dall’altro…
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