lunedì, Novembre 18, 2024

PiracyShield: decine di siti leciti bloccati dietro IP Cloudflare: danni collaterali o illecito?

PIRACYSHIELD COLPO SU COLPO: L’IP DI CLOUDFLARE BLOCCATO E DECINE DI SITI INNOCENTI OSCURATI

Ore 16:15 di sabato 24 febbraio 2024. Dalla piattaforma anti-pezzotto Piracy Shield arriva a tutti i provider italiani un ticket relativo a un indirizzo IP da oscurare, il 188.114.97.7. I provider, come da disposizioni di legge, eseguono ed oscurano l’indirizzo. Tuttavia, dietro quell’indirizzo si nascondevano decine, forse centinaia di siti legittimi, tutti oscurati a causa di un errore.

UN ERRORE EVIDENTE – L’IP APPARTIENE A CLOUDFLARE

Eppure, bastava un minimo di conoscenza del settore per capire che quell’IP apparteneva a Cloudflare, uno dei più grandi operatori cloud e CDN. Questo blocco avrebbe messo a rischio non solo il sito pirata che si era spostato su un altro IP, ma anche una miriade di siti innocenti.

L’AVVICENDAMENTO – L’ATTACCO DI PIRACYSHIELD

La macchina PiracyShield continua a oscurare IP senza distinzione, con un totale di 1441 indirizzi bloccati fino ad ora. La situazione si fa critica quando un utente X scopre che il suo sito è stato colpito dall’azione di PiracyShield, rendendolo irraggiungibile in Italia.

IL DIBATTITO – DANNI COLLATERALI O ILLECITO?

La questione diventa spinosa quando associazioni come Avoc Bologna si vedono oscurare i propri siti innocenti come effetto collaterale di un’azione maldestra. È giusto mettere a repentaglio la visibilità di siti leciti per colpire quelli pirata? La domanda rimane aperta e le opinioni si dividono.

LE CRITICITÀ DI PIRACYSHIELD

Il sistema di PiracyShield presenta gravi carenze, a partire dalla mancanza di trasparenza riguardo agli IP bloccati, fino alla mancanza di tracciamento della cancellazione di un ticket. La questione della giustizia e della proporzionalità negli interventi rimane centrale.

CONCLUSIONI – LA LEZIONE IMPARATA

In un contesto sempre più attento alla tutela dei diritti digitali, è fondamentale che le azioni di contrasto alla pirateria siano mirate e ponderate. PiracyShield, con i suoi errori e le sue lacune, è un monito su come la lotta al pezzotto non debba trasformarsi in una caccia al tesoro senza criterio.

La questione rimane aperta, ma una cosa è chiara: nell’era digitale, la precisione e la cautela sono fondamentali per non sbagliare bersaglio. Rimaniamo in attesa di sviluppi su questa vicenda e sulla possibile revisione dei meccanismi di controllo della pirateria online.

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