venerdì, Novembre 15, 2024

Paura per la sonda Voyager 1: comunicazioni interrotte da mesi

VOYAGER 1: PROBLEMI AL COMPUTER DI Edge

Il JPL ha rilasciato un laconico aggiornamento sui tentativi di recuperare le comunicazioni con la sonda Voyager 1, che da oltre due mesi non è in grado di inviare a Terra i dati della telemetria e dei suoi strumenti scientifici. “Gli ingegneri stanno ancora lavorando per risolvere un problema con i dati sulla Voyager 1. Possiamo comunicare con la sonda e riceve i nostri segnali, ma è un processo lento data l’incredibile distanza della sonda dalla Terra” si legge in un tweet pubblicato dall’account ufficiale del JPL della NASA.

VOYAGER 1 A 24 MILIARDI DI KM DALLA TERRA

Il tweet fa riferimento al fatto che attualmente Voyager 1 si trova ad una distanza di 24 miliardi di km dalla Terra, il che significa che un segnale inviato verso la sonda, impiega 22,5 ore a raggiungerla, e altrettanto impiega una risposta ad essere ricevuta dal team del JPL. Il problema principale però, risiede nel fatto che anche se gli ingegneri sono certi che Voyager 1 sia in grado di ricevere istruzioni, un problema al computer di Edge impedisce di rispondere in modo comprensibile.

GUASTO AL FLIGHT DATA SYSTEM

Il guasto risiederebbe all’interno del Flight Data System, che non sarebbe in grado di comunicare correttamente con la Telemetry Modulation Unit, il sottosistema che si occupa di inviare a Terra i dati raccolti dagli strumenti scientifici della Voyager e la telemetria che consente al team di Terra di sapere lo stato di salute e l’assetto della sonda. A partire dallo scorso novembre, la sonda ha cominciato a inviare a Terra una sequenza ripetuta come un disco rotto, impedendo così agli ingegneri di conoscere lo stato esatto della sonda. Il problema nasce con ogni probabilità dalla corruzione di una qualche cella di memoria, ma il team del JPL non sarebbe ancora riuscito a individuare e isolare l’area corrotta.

SFIDE NEL RECUPERO DELLA COMUNICAZIONE

In un’intervista alla testata ArsTechnica, l’attuale project manager del programma Voyager, Suzanne Dodd, ha spiegato che per individuare l’origine dell’errore si tenterà di impostare il computer di Edge in diverse modalità di funzionamento, tra cui quelle utilizzate negli storici sorvoli della parte principale della missione. Il problema è che la sonda non ha operato in quelle modalità da oltre 40 anni e la maggior parte delle persone che hanno progettato e seguito Voyager in quegli anni sono ormai decedute.

COMPUTER DI Edge IN USO DAL 1981

Non c’è più nemmeno il lusso di aver ridondanza di sistemi, visto che Voyager 1 sta utilizzando il computer di backup sin dal lontano 1981, dopo che quello principale aveva mostrato anomalie sin dal lancio. “Non abbiamo alcun tipo di simulatore per questo. Non abbiamo un simulatore Hardware, né un simulatore Software… Non esiste un simulatore per l’FDS, nessun hardware che ci permetta di testare [dei comandi] a terra prima di inviarli. Questo rende le persone più caute, creando un equilibrio tra il voler fare le cose correttamente e il dover accettare un certo rischio” ha dichiarato Dodd. Per questo motivo ci vorranno ancora settimane per riuscire a trovare una soluzione, sempre che ci si riesca. “Sarebbe un miracolo incredibile riuscire a recuperarla. Di certo non abbiamo gettato la spugna!” ha dichiarato Dodd.

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