lunedì, Novembre 18, 2024

Mobileye e Chip: previsioni al ribasso per il 2024, ma ripresa attesa a metà anno. Intel in difficoltà.

MOBILEYE PREVEDE UN DRASTICO CALO DEGLI ORDINI

Mobileye, società israeliana di tecnologie per la Guida Autonoma il cui azionista di maggioranza è Intel, prevede un drastico calo degli ordini per il primo trimestre del 2024. L’annuncio proviene dalla stessa società, che ha tra i propri clienti Volkswagen e Porsche e che in una previsione preliminare per l’intero anno afferma di essere “venuta a conoscenza dell’eccesso di inventario presso i nostri clienti”. Le case automobilistiche hanno infatti fatto scorta di chip Mobileye in seguito ai problemi della catena di fornitura globale che hanno ostacolato la produzione, cercando di evitare future carenze di componenti, ha affermato l’azienda.

NEL DETTAGLIO DELLE PREVISIONI

Nel dettaglio, la società attende ora vendite tra 1,83 e 1,96 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2024 (le stime precedenti erano per un range tra 2,07 e 2,09 miliardi), contro il consensus di 2,58 miliardi e in calo rispetto ai circa 2,08 miliardi attesi per il 2023. Il gruppo, inoltre, ritiene che i ricavi del primo trimestre dell’anno saranno del 50% più bassi rispetto ai 458 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

LE PREVISIONI NON SONO DEL TUTTO NEGATIVE

Le previsioni, tuttavia, non sono del tutto negative: “Poiché le preoccupazioni relative alla catena di fornitura si sono attenuate, prevediamo che i nostri clienti utilizzeranno la stragrande maggioranza di queste scorte in eccesso nel primo trimestre dell’anno”, ha affermato Mobileye nelle sue previsioni. Ciò significa che i clienti non effettueranno ordini per nuovi chip allo stesso livello del trimestre di un anno fa.

IN SOFFERENZA I TITOLI DI TUTTO IL COMPARTO SEMICONDUTTORI

Intanto, il warning di Mobileye Global sui ricavi del 2024 affossa il titolo della società israeliana (-27% nel premercato a Wall Street) e gela i titoli di tutto il comparto dei chip, fortemente esposti a questo mercato. Così StMicroelectronics, che viaggiava in positivo, è arrivata a perdere il 6% a Piazza Affari (ora -4,6% a Milano e -5% a Parigi), ma la stessa sorte è toccata anche alla tedesca Infineon (-4,46% a Francoforte), ad Asml (-1,27% ad Amsterdam) e ad Asm International (-3,13% ad Amsterdam). Non va meglio a Be Semiconductor (-4,9%), peraltro già penalizzata dal downgrade di Ubs, che ha rivisto la valutazione del titolo da “buy” a “neutral”.

DOMANDA IN RIPRESA A PARTIRE DA METÀ 2024, AI IN CRESCITA

La domanda globale di semiconduttori, trainata dai data center legati all’Intelligenza Artificiale e dal settore dei veicoli elettrici, dovrebbe iniziare a riprendersi nel periodo aprile-giugno di quest’anno, mentre i principali produttori di chip si attrezzeranno per aumentare la produzione. Secondo una previsione della società di ricerca statunitense Gartner, l’80% delle aziende a livello globale utilizzerà l’intelligenza artificiale generativa nelle proprie attività entro il 2026, rispetto a meno del 5% nel 2023. La piattaforma tedesca Statista prevede che il mercato dei semiconduttori AI dovrebbe raggiungere un giro d’affari di 119,4 miliardi di dollari nel 2027, rappresentando quasi il 20% del mercato globale dei semiconduttori.

“L’intelligenza artificiale sarà installata negli Smartphone e nei pc. Gli investimenti generativi legati all’intelligenza artificiale rivitalizzeranno e stimoleranno significativamente la crescita del mercato dei semiconduttori”, ha affermato Akira Minamikawa di Omdia.

“Poiché la domanda del settore dell’intelligenza artificiale supera la nostra capacità produttiva, faremo ulteriori investimenti”, ha affermato C.C. Wei, ceo del produttore di chip taiwanese Tsmc, in un recente briefing.

Anche la domanda di semiconduttori di potenza, installati nei veicoli elettrici, aumenterà a partire dalla seconda metà del 2024. Bmw mira ad aumentare le vendite di veicoli elettrici al 50% del totale della casa automobilistica entro il 2030, e Toyota aumenterà le sue vendite globali di veicoli elettrici a 1,5 milioni entro il 2026. Secondo Nikkei, il colosso tedesco dei chip Infineon Technologies investirà 2 miliardi di euro per avviare quest’anno la gestione del suo nuovo impianto di semiconduttori di potenza in Malesia. Renesas Electronics nella prima metà di quest’anno riavvierà per la prima volta in 10 anni un impianto messo fuori servizio per raddoppiare la sua fornitura. Dopo l’improvviso aumento della domanda di semiconduttori durante la pandemia Covid-19, che ha spinto le aziende a rafforzare fortemente la produzione, lo scorso anno c’è stato un forte calo di domanda e un accumulo di magazzino, con una riduzione della produzione.

NEGLI USA SECONDO FINANZIAMENTO NELL’AMBITO DEL CHIPS ACT

L’amministrazione Biden, intanto, ha annunciato che fornirà 162 milioni di dollari a Microchip Technology per sostenere la produzione interna di chip per computer. Gli incentivi – ha dichiarato il Dipartimento del Commercio – includono 90 milioni di dollari per migliorare uno stabilimento a Colorado Springs in Colorado, e 72 milioni di dollari per espandere una fabbrica a Gresham in Oregon. Gli investimenti consentiranno di triplicare la produzione interna e ridurre la dipendenza dalle fabbriche straniere. Si tratta del secondo annuncio di finanziamento legato al Chips Act, la legge progettata per rilanciare la produzione statunitense di semiconduttori. A dicembre le prime sovvenzioni pari a 35 milioni di dollari erano andati alla Bae Systems, che prevede di espandere una fabbrica del Nuovo Hampshire dedicata a produzione di chip per aerei militari, compresi i jet F-15 e F-35.

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