venerdì, Dicembre 20, 2024

L’Onu approva la prima risoluzione sull’IA: regolamentazione e tutela dei diritti umani

LA REGOLAMENTAZIONE DELL’Intelligenza Artificiale: UN PASSO AVANTI ALL’ONU

L’intelligenza artificiale ha necessità di essere normata, e in questo senso nelle ultime settimane sono stati fatti grossi passi avanti.

Sull’intelligenza artificiale si è ora espressa l’Onu: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la bozza di uno storico (per quanto non vincolante) testo. Si tratta della prima risoluzione globale sull’IA, voluta dagli Stati Uniti con “la co-sponsorizzazione” di altri 120 Paesi. E nei contenuti è, se vogliamo, un’estensione proprio del nostro regolamento comunitario, l’AI Act.

Scopriamo qualcosa in più sulla prima risoluzione Onu sull’intelligenza artificiale.

La risoluzione Onu sull’intelligenza artificiale

In una nota pubblicata sul sito delle Nazioni Unite giovedì 21 marzo, leggiamo che “l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione storica sulla promozione di sistemi di intelligenza artificiale (AI) ‘sicuri, protetti e affidabili’ che andranno a beneficio anche dello sviluppo sostenibile per tutti.”

Lo sviluppo sostenibile fa riferimento all’agenda 2030, un piano composto da 17 punti con l’obiettivo della salvaguardia ambientale e del benessere diffuso degli individui.

La bozza del testo è una risoluzione non vincolante a cui si è giunti dopo tre mesi di negoziati. Ha ottenuto il consenso dei 193 Paesi membri ma senza votazione. Significa che c’è stata un’accettazione unanime del testo proposto, ma ciò non significa la totale adesione rispetto a tutti i passaggi della bozza.

La risoluzione: per un’IA rispettosa dei diritti umani

La risoluzione voluta dagli Usa prevede “il rispetto, la protezione e la promozione dei diritti umani nella progettazione, nello sviluppo, nella diffusione e nell’uso dell’intelligenza artificiale.”

L’Onu ha invitato tutti gli Stati membri a cessare la produzione o l’utilizzo di sistemi di IA che, in definitiva, siano in disarmonia con l’agenda 2030. E che non siano “in conformità con il diritto internazionale sui diritti umani o che pongono rischi indebiti al godimento dei diritti umani”.

L’Assemblea ha inoltre dichiarato che gli stessi diritti di cui gli individui godono offline devono essere tutelati anche online, compresi gli ambiti in cui sia in ballo l’intelligenza artificiale.

Contro il divario digitale

Un altro punto centrale della risoluzione Onu sull’intelligenza artificiale riguarda il digital divide.

Sempre guardando all’agenda 2030, occorre colmare il divario generale. La bozza del testo approvato riconosce i diversi livelli di sviluppo tecnologico, sia tra Paesi che all’interno di ogni Paese. E il fatto che i Paesi in via di sviluppo debbano “affrontare sfide uniche per tenere il passo con il rapido ritmo dell’innovazione.”

La necessità di cooperare

Per questo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto agli Stati membri una grande cooperazione, per lo sviluppo di un’IA rispettosa dei diritti umani e delle differenze. Ma anche per “sostenere i Paesi in via di sviluppo, in modo che possano beneficiare di un accesso inclusivo ed equo, colmare il divario digitale e aumentare l’alfabetizzazione digitale.”

Il commento

Sulla risoluzione Onu sull’intelligenza artificiale si è espressa Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite.

Thomas-Greenfield ha auspicato che “il dialogo inclusivo e costruttivo che ha portato a questa risoluzione possa servire da modello per le future conversazioni sulle sfide dell’IA in altri ambiti, ad esempio rispetto alla pace e alla Sicurezza e all’uso militare responsabile dell’autonomia dell’IA.

Riaffermiamo quindi che l’intelligenza artificiale sarà creata e utilizzata attraverso la lente dell’umanità e della dignità, della sicurezza e della protezione, dei diritti umani e delle libertà fondamentali.”

E sulla risoluzione ha aggiunto: “Intendiamo che integri le future iniziative delle Nazioni Unite, compresi i negoziati verso un patto digitale globale e il lavoro dell’organo consultivo di alto livello del Segretario generale sull’intelligenza artificiale.”

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