lunedì, Settembre 16, 2024

L’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, ha citato accidentalmente casi giudiziari falsi generati dall’intelligenza artificiale

Michael Cohen, l’ex avvocato di Donald Trump, ha ammesso di aver citato falsi casi giudiziari generati dall’Intelligenza Artificiale in un documento legale finito davanti a un giudice federale, come riportato in precedenza da Il New York Times. Un documento non sigillato venerdì afferma che Cohen ha utilizzato Bard di Google per eseguire ricerche dopo averlo scambiato per “un motore di ricerca super potente” piuttosto che per un chatbot AI.

Il documento in questione era una mozione che chiedeva a un giudice federale di abbreviare la durata dei tre anni di libertà vigilata di Cohen, che ora sta affrontando dopo il periodo in prigione e una dichiarazione di colpevolezza per evasione fiscale e altre accuse. Ma dopo aver esaminato la lettera, il giudice distrettuale americano Jesse Furman ha scritto in un documento che “nessuno di questi casi esiste” e ha chiesto all’avvocato di Cohen, David Schwartz, di spiegare perché i tre casi sono inclusi nella mozione e se il suo attuale… il cliente radiato dall’albo ha contribuito a redigerlo.

In risposta, Cohen ha presentato una dichiarazione scritta affermando che non intendeva fuorviare la corte, aggiungendo che ha utilizzato Google Bard per fare ricerche legali e ha inviato alcune delle sue scoperte a Schwartz. Tuttavia, Cohen afferma di non rendersi conto che i casi citati da Bard avevano il potenziale per essere falsi, né pensava che Schwartz avrebbe aggiunto le citazioni alla mozione “senza nemmeno confermare che esistessero”. Schwartz rischia potenziali sanzioni per aver incluso le citazioni fasulle.

“Come non avvocato non ho tenuto il passo con le tendenze emergenti (e i relativi rischi) nella Tecnologia legale”

“Non essendo un avvocato, non ho tenuto il passo con le tendenze emergenti (e i relativi rischi) nella tecnologia legale e non sapevo che Google Bard fosse un servizio di testo generativo che, come Chat-GPT, poteva mostrare citazioni e descrizioni che sembravano reali ma in realtà non lo erano”, scrive Cohen. “Invece, ho capito che era un motore di ricerca super potente e l’avevo utilizzato più volte in altri contesti per trovare (con successo) informazioni accurate online.”

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