martedì, Novembre 19, 2024

Lettera di 200 artisti contro l’IA predatoria: proteggere il mercato musicale

**IL CASO DEI CANTANTI PREOCCUPA L’INDUSTRIA MUSICALE**

I notevoli progressi dell’Intelligenza Artificiale hanno sconvolto diversi settori e, tra questi, figura anche quello musicale.

Di recente, infatti, abbiamo visto come alcuni servizi vanno ad apprendere le voci di cantanti famosi, proponendo poi brani con le stesse. Per contrastare questo fenomeno preoccupante, più di 200 artisti dell’Artist Rights Alliance (ARA) hanno sottoscritto una lettera in tutela delle proprie voci.

Al di là dei casi di deepfake, il fenomeno di “prendere in prestito” la voce di un cantante scomparso per improbabili cover è sempre più diffusa online e, proprio per questo motivo, gli artisti si sentono sempre più minacciati dall’IA.

**LA LOTTA DEGLI ARTISTI CONTRO L’IA PREDATORIA**

I contenuti audio creati attraverso l’IA generativa, in molti casi, non sono ancora adeguatamente regolamentati. Ciò significa che, per gli artisti, tutto ciò può comportare una riduzione di entrate dalle royalties.

Nella sua lettera aperta, l’ARA ha voluto sottolineare come l’IA resti una risorsa con grande potenziale. Tuttavia viene sottolineato come l’abuso di tale Tecnologia possa soffocare la creatività di artisti, musicisti, cantautori e detentori di copyright specifici.

Il documento poi specifica come gli utilizzi “predatori” dell’IA possono nuocere a immagine e voci degli artisti, andando ad intaccare l’industria musicale in modo irrimediabile.

Per il direttore esecutivo dell’ARA, Jen Jacobsen, “Gli artisti che lavorano stanno combattendo per guadagnarsi da vivere con i servizi di Streaming musicale in forte espansione, e ora hanno l’onere aggiuntivo di contrastare l’enorme rumore generato dall’IA“.

Tuttavia Jacobsen ha sottolineato come non si aspetti che questa lettera possa spingere i governi a creare leggi specifiche. Per il direttore, infatti, questa iniziativa può essere solo utile a responsabilizzare le piattaforme tecnologiche e il mercato musicale rispetto a tale problematica.

**IL GRIDO DI ALLARME DELL’INDUSTRIA MUSICALE**

La professione degli artisti musicali è stata per lungo tempo soggetta a cambiamenti e sfide con l’avvento delle nuove tecnologie. L’intelligenza artificiale, in particolare, ha creato una nuova serie di questioni etiche e legali nell’industria musicale.

La capacità delle macchine di creare brani musicali e di imitare le voci di artisti famosi è un fenomeno che preoccupa gli artisti, i produttori e le case discografiche. La firma della lettera da parte di oltre 200 artisti rappresenta un grido di allarme nei confronti di un futuro in cui l’IA potrebbe minare la creatività e i diritti degli artisti.

**LA RESPONSABILITÀ DELLE PIATTAFORME TECNOLOGICHE**

La questione sollevata dall’ARA solleva anche un punto importante riguardante la responsabilità delle piattaforme tecnologiche nell’utilizzo dell’IA. Mentre l’IA offre un enorme potenziale per l’innovazione e la creatività, è fondamentale che venga utilizzata in modo responsabile e rispettoso nei confronti degli artisti.

Il dialogo tra l’industria musicale e le aziende tecnologiche diventa quindi cruciale per trovare un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la tutela dei diritti degli artisti. Solo attraverso una collaborazione e una regolamentazione efficace si potrà garantire un futuro sostenibile per l’industria musicale in un’era dominata dall’IA.

In conclusione, il caso dei cantanti che si oppongono all’utilizzo predatorio dell’Intelligenza Artificiale segna un momento cruciale nell’evoluzione dell’industria musicale. L’equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti degli artisti diventa quindi una sfida da affrontare con determinazione e responsabilità.

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