giovedì, Dicembre 19, 2024

La tecnologia di consumo in Italia: rapporto di GfK rivela calo del 6,4% del fatturato

LA Tecnologia DI CONSUMO IN ITALIA NEL 2023: IL REPORT DI GfK

Il report sulla tecnologia di consumo in Italia nel 2023 è stato pubblicato nella giornata di giovedì 1° febbraio sul sito di GfK, il più grande istituto di ricerche di mercato tedesco e tra i maggiori a livello mondiale, fondato nel 1934.

L’azienda raccoglie in maniera continuativa i dati di vendita dell’elettronica di consumo in oltre 70 Paesi. E, leggiamo nel report, “i dati contenuti in questo comunicato si basano sui dati di sell-out delle principali insegne online e offline attive sul mercato italiano nel corso del 2023.”

Numeri in calo

Scopriamo dall’analisi di GfK che la tecnologia di consumo in Italia nel 2023 ha fatto segnare numeri deludenti. Non solo c’è un calo del fatturato, ma è anche percentualmente più rilevante di quello degli ultimi due anni. Infatti il comparto ha fatto segnare un decremento del 6,4%, portando il valore complessivo del mercato a 16 miliardi di euro. Peggio del 2022, quando il calo rispetto all’anno precedente era stato del 2,7%. E peggio anche del 2021. Il valore di mercato è migliore però del 2020, quando il valore del mercato era stato di 15,5 miliardi di euro.

Va però detto che, se anziché il valore consideriamo le unità vendute, la percentuale peggiora ancora, e va dal -6,4 al -7,3%. Il calo ha interessato sia i punti vendita tradizionali (che ha fatto segnare un -7,1%) sia il canale online (-4,4%), che pesa sul totale per il 26,8%.

Le percentuali settore per settore

La tecnologia di consumo in Italia è dunque in calo in quasi tutti i settori. Fanno eccezione solo i grandi elettrodomestici (+3%) e i piccoli (+0,3%). Cala del 2,2% la telefonia, anche se si conferma come il settore più importante per giro d’affari generato. L’elettronica strettamente di consumo (TV, home theatre…) fa registrare addirittura un -28,7%, dopo gli exploit del 2021 e 2022 grazie allo switch-off del Digitale Terrestre e ai bonus TV e bonus rottamazione TV. Scendono anche il settore dell’Information Technology/Office, quello foto, e quello dell’home comfort, con un calo del valore delle vendite rispettivamente del -8,6, del -6,9 e del 2,8%.

Una lettura confortante

I numeri della tecnologia di consumo in Italia nel 2023 non sembrano certo dei migliori. Ma GfK, guardando più a ritroso, ne dà una lettura parzialmente confortante. Leggiamo infatti nel report: “Il settore sta vivendo una fase di rallentamento della domanda, dovuto sia all’effetto saturazione conseguente alle vendite record registrate negli anni della pandemia, sia alle preoccupazioni dei consumatori legate al carovita e alle crisi internazionali. Se spostiamo il perimetro temporale e confrontiamo i dati con quelli del 2019, ossia con il periodo pre-pandemico, il 2023 registra un aumento di fatturato del +8,3%.”

L’Intelligenza Artificiale in forte crescita

Il report di GfK si chiude con un auspicio in qualche modo profetico: “La vera sfida nel 2024 sarà l’introduzione sempre più massiccia dell’intelligenza artificiale in molti settori della tecnologia di consumo, come ha recentemente svelato il CES di Las Vegas, con la speranza che queste innovazioni possano dare un impulso positivo al mercato”. E se abbiamo parlato di auspicio profetico è perché un altro recentissimo report conferma proprio la grande crescita nel nostro Paese del mercato dell’Intelligenza Artificiale.

Una ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, presentata anch’essa il 1° febbraio, ci dice che l’IA in Italia ha fatto segnare nel 2023 un +52%, raggiungendo il valore di 760 milioni di euro. Inoltre, è stato calcolato che entro 10 anni le nuove capacità delle macchine basate sull’intelligenza artificiale potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone. Per ora, i progetti legati all’IA generativa sono solo il 5% del totale. E, dato curioso, addirittura il 77% degli italiani (contro il 73% del 2022) teme l’intelligenza artificiale. E chissà che la percentuale non sia cresciuta proprio per “colpa” dell’IA generativa. Va comunque aggiunto che solo il 17% degli intervistati è contraria all’ingresso dell’intelligenza artificiale nelle attività professionali.

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