lunedì, Settembre 16, 2024

La storia di “Human Nature” di Michael Jackson: dal consiglio paterno all’hit globale

**LA STORIA DI HUMAN NATURE: “Heather, non piangere”**

La nostra storia comincia da una vicenda familiare, che con il mondo dello spettacolo non ha assolutamente nulla a che fare. Una situazione quotidiana: un giorno la piccola Heather Porcaro torna a casa da scuola in lacrime. Ha appena iniziato la prima elementare, ed è triste e arrabbiata perché un suo compagno l’ha presa in giro per tutta la mattinata. Il padre, Steve Porcaro, è uno dei musicisti più affermati del suo tempo. Un vero genio di composizione, artfice di molti successi di una band incredibile chiamata Toto. La piccola Heather però lo mette all’angolo. Ancora in lacrime per il compagno di scuola che l’ha presa in giro, chiede spiegazioni al papà.

“Perché mi prende in giro?”, chiede papà Steve.

Papà Steve prova a spiegarle che le motivazioni possono essere molteplici. “Magari è solo un modo per attirare la tua attenzione”, le dice. “Magari è solo un po’ st*onzetto”, probabilmente pensa (ma questa è una nostra supposizione). Ad ogni modo papà Steve le dice: “le persone fanno così, è la natura umana”. It’s the human nature.

A Porcaro quella frase suona particolarmente bene, tanto che decide di annotarsela subito. E su un foglio di carta scrive: “Se mi chiederà perché, le dirò che è la natura umana”. Nasce così la prima versione di quello che diventerà uno dei ritornelli più riconoscibili del Re del Pop.

**CANZONE SCARTATA DAI TOTO…**

Ben presto Porcaro aggiunge una melodia a quella semplice frase, e compone una prima versione di quella che diventerà Human Nature. L’idea è quella di proporla alla sua band, che proprio in quel periodo stava ultimando i mix per quella che diventerà la canzone dei Toto più iconica di sempre: Africa.

Il gruppo però non accoglie troppo bene la proposta di Steve, in quanto la band è alla ricerca di canzoni più grosse, colossali (come la stessa Africa). È bene ricordare che i Toto stavano per pubblicare l’album Toto IV, che oltre ad Africa conteneva hit incredibili come Rosanna (che per molti anni si è erroneamente pensato fosse dedicata a Rosanna Arquette, con la quale Steve Porcaro ebbe una relazione) e I Won’t Hold You Back. Insomma, per una canzone intimista come Human Nature non c’è proprio posto.

La leggenda narra che qualcuno nella band disse “Abbiamo bisogno di più canzoni rock, dei pezzi che suonino bene in uno stadio”.

**…MA CHE IN MODO ROCAMBOLESCO ARRIVA A QUINCY JONES**

Congiunzioni astrali e caso, dicevamo.

Il modo in cui Human Nature finisce nelle mani di Quincy Jones è assolutamente assurdo, e vale la pena di essere raccontato. Come ben sappiamo, Jones era stato incaricato di produrre Thriller di Michael Jackson. E quando Quincy Jones produce un disco, indossa i panni dello sceriffo: si fa come dice lui.

Analogamente a quanto avvenuto con Nile Rodgers per Like a Virgin di Madonna, Quincy Jones decide di avvalersi dei migliori musicisti in circolazione. Ha già lavorato con i Toto in passato, e quindi richiama anche Steve Porcaro in studio. A questo punto, penserete voi, il gioco è fatto: Porcaro consegna la canzone a Jones, e questa finisce su Thriller.

E invece no.

Le produzioni di Jones avevano una regola inderogabile: se fai il musicista non fai l’autore. Ognuno al suo posto. Compartimenti stagni, come le navi.

Accade però qualcosa di incredibile: avendo affidato a Porcaro il ruolo di musicista, Jones chiede a David Paich (cantante dei Toto) di presentare delle canzoni per l’album di Jackson. Paich scrive dei brani, ma quando arriva il momento di registrare i provini si rende conto di non avere cassette vuote su cui inciderli. Prende così una cassetta che contiene una demo di Human Nature (la stessa demo che i Toto avevano deciso di scartare) e registra le proprie canzoni sull’altro lato.

A Quincy Jones arriva quindi una cassetta che comprende le proposte di Paich su quello che viene segnalato come lato A, e Human Nature sul lato B. Indovinate voi di quale si innamora.

Jones chiama immediatamente Paich in quella che viene raccontata come una conversazione surreale. Il produttore continua a dirgli che gli piace la canzone che fa “why, why, tell her that is human nature”, e il cantate impiega ben mezz’ora per spiegargli che in realtà quella canzone l’aveva scritta il suo amico Steve Porcaro (che intanto era in studio proprio con Jones a registrare Thriller). Insomma, un vero caos.

Jones decide quindi (anzi Quincy) di sospendere la regola dei compartimenti stagni, e si rivolge a Steve Porcaro per chiedergli di finire il testo (che nella demo era solo abbozzato e incompleto). Dopo diverse versioni, tutte bocciate dal produttore, Steve Porcaro rinuncia. La canzone passa così nelle mani di John Bettis (ne sentiremo molto parlare in futuro).

**HUMAN NATURE DI MICHAEL JACKSON DAL PUNTO DI VISTA MUSICALE**

Una volta ultimato il brano, c’è da presentarlo a Michael. Appare chiaro a tutti che la parte più catchy della canzone è il pre-ritornello. Quel “why, why” ripetuto in modo così ossessivo (e intenso) è destinato a rimanere nella mente di chi ascolta. Jones ritiene che il cantato della demo di Porcaro sia perfetto, ma Jackson non riesce ad entrarci, continua a sbagliare gli accenti. Alla fine sarà lo stesso Steve Porcaro, con santa pazienza, a mettersi di fianco al Re del Pop per spiegargli come vanno cantati quei “why”.

Jones incastra nell’arrangiamento anche una determinata parte di chitarra ritmica. Una parte che lo stesso Porcaro detestava:

“La odiavo, pensavo che non fosse adatta alla canzone. Certo, 40 milioni di dischi venduti più tardi ho finito per amarla e adesso penso che sia la parte di chitarra più brillante mai scritta”.

A completare la formazione in studio ci sono praticamente i Toto al completo. Jeff Porcaro (fratello di Steve) alla batteria, Steve Lukater alla chitarra e David Paich, che rotta la regola dei compartimenti stagni registra uno dei numerosi strati di tastiere presenti nel brano. Suonano anche Michael Boddicker (che qualche anno dopo diventerà celebre per la composizione di Imagination dalla colonna sonora di Flashdance) e il percussionista brasiliano Paulinho Da Costa.

L’arrangiamento di Quincy Jones è spettacolare. Una vera masterclass di come si scrivono le canzoni. Lo stato tensivo è mantenuto dall’inizio alla fine, con una struttura musicale estremamente basica (strofa, pre-ritornello, ritornello, bridge, outro) ma impreziosita da un comparto armonico in continua tensione. La ciliegina sulla torta sono i corni francesi, i controcanti e le risposte vocali su quell’iconico “why”. La canzone si apre con uno degli intro più riconoscibili di sempre.

**IL SIGNIFICATO DI HUMAN NATURE DI MICHAEL JACKSON**

Il significato della Human Nature di Michael Jackson si distacca dall’intuizione originale di Steve Lukater, che l’aveva scritta dopo la chiacchierata di consolazione per sua figlia. Il testo di John Bettis è infatti ancor più introspettivo, e ci propone l’immagine di un uomo che si perde per le strade di New York. La città che non dorme mai è fonte di tentazioni per l’uomo, che vuole dare un morso alla mela (ricordiamo che New York è chiamata anche La Grande Mela).

La città assume quindi l’immagine di una donna tentatrice, che richiama l’uomo con la sua vita notturna. Inevitabilmente il protagonista finisce con l’infatuarsi di lei.

“Looking out across the nighttime
The city winks a sleepless eye
Hear her voice, shake my window
Sweet seducing sighs”

È interessante notare come il testo non citi mai testualmente New York. Tuttavia la città notturna che l’uomo guarda viene definita con “gli occhi senza sonno”. Del resto New York è conosciuta come “la città che non dorme mai”. La lei nel testo è si una donna (viene usato il pronome “she”), ma è più probabilmente la personificazione della città stessa, che seduce l’uomo.

“Get me out into the nighttime
Four walls won’t hold me tonight
If this town is just an Apple
Then let me take a bite”

Il richiamo della vita notturna è troppo forte, e il protagonista vuole dare un morso alla mela (altro riferimento chiaro, ma non testuale, a New York).

“If they say why (Why?), why (Why?)
Tell them that it’s human nature
Why (Why?), why (Why?), does he do me that way?”

Qui è possibile notare il cambio di testo rispetto alla versione originale di Porcaro. Non è più una ragazza a chiedere ossessivamente “perché”, ma è un “loro”. Se ti chiedono perché non riesci a resistere alle tentazioni, rispondi loro che è la natura umana.

“Re

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