domenica, Novembre 24, 2024

La sfida di Tim Cook: trasformare il computer come Jobs con il Mac – 40 anni dopo un’altra rivoluzione?

I GERARCHIA DEL COMPUTER: DALLO SCEPTICISMO ALLA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA

Ieri il Mac ha compiuto quarant’anni. Il Mac è stato per Apple più di un computer, è stato il precursore di quella linea di pensiero dettata da Steve Jobs che ancora oggi permea ogni prodotto lanciato dall’azienda di Cupertino: ogni volta che si vende un Mac non si vendono solo la potenza e il design, si vende soprattutto un’esperienza di utilizzo.

LA RIVOLUZIONE DEL COMPUTER

Il concetto all’epoca era molto forte, perché il termine computer veniva associato a complessi elaboratori dove le istruzioni andavano inserite riga per riga sul terminale da pochi eletti che sapevano esattamente cosa digitare, e veniva visto con diffidenza da chi ai tempi considerava l’informatica più una stregoneria che una Scienza. Il Mac è stato, di fatto, il primo computer pensato per poter essere usato da tutti, il primo esempio di accessibilità by design firmato da Apple.

L’INTERFACCIA 2D E IL RUOLO DEL MOUSE

Il Mac, con la sua interfaccia, è stato anche il primo computer della storia a portare nelle case una interfaccia bidimensionale: al posto di digitare su una tastiera sequenze di caratteri con un inizio e una fine, definita dalla pressione del tasto invio, l’utente si è trovato davanti ad uno spazio molto più ampio che poteva sfruttare da sinistra e destra, dall’alto in basso, grazie ad un nuovo dispositivo di input, il mouse.

L’INFLUENZA DEL MAC NELL’ERA TECNOLOGICA

Apple con Steve Jobs ha lanciato decine di prodotti di successo e rivoluzionari nella loro essenza, dall’iPod all’iPhone arrivando all’iPad, ma senza il Mac e le idee che hanno portato al Mac oggi Apple sarebbe una azienda totalmente diversa, anzi, probabilmente non ci sarebbe neppure una Apple.

UNA NUOVA SFIDA PER APPLE: SPATIAL COMPUTING

Non ci sarebbe nemmeno un CEO di nome TIM Cook, che esattamente 40 anni dopo il lancio del Mac, il capolavoro di Jobs, si prepara a vivere la sua sfida più difficoltà. Il 2 febbraio gli utenti americani che hanno ordinato il Vision Pro potranno finalmente indossare quello che è senza alcun dubbio il progetto più ambizioso e più costoso dell’era Cook. Non è un semplice visore, e non è nemmeno un semplice prodotto: come nel 1984 il Mac ha vinto la sua sfida eliminando la riga di comando in favore di una interfaccia Grafica a finestre, nel 2024 Apple prova dopo 40 anni a ripensare il concetto di personal computer per il futuro. Dall’interfaccia 2D che ci ha accompagnato in questi 40 anni, si passa ad una interfaccia spaziale pensata per i prossimi anni, per portare le persone in quel futuro che più volte film come Matrix o Ready Player One hanno immaginato.

L’EVOLUZIONE DEL VISION PRO E IL PARALLELO CON IL MAC

Se questa intuizione sarà geniale come quella avuta da Jobs 40 anni fa ce lo dirà solo il tempo, ma come abbiamo scritto lo scorso giugno l’idea di spatial computing non può essere associata solo al Vision Pro. Quello che oggi è un visore pesante e costoso domani potrà essere una maschera wireless leggera, tra dieci anni una lente a contatto e tra 20 anni un qualcosa che si connette direttamente all’uomo e alle onde cerebrali, proiettando le…

L’IMPORTANZA DELL’INTERFACCIA NELLA Tecnologia MODERNA

La speranza con il Vision Pro è di raggiungere lo stesso successo ottenuto con il Mac, nonostante le critiche iniziali. Quello che oggi è un visore pesante e costoso domani potrà essere una maschera wireless leggera, tra dieci anni una lente a contatto e tra 20 anni un qualcosa che si connette direttamente all’uomo e alle onde cervello, proiettando le Immagini nella testa. L’interfaccia resta, il dispositivo si evolve. Sotto la guida di Tim Cook Apple ha lanciato il Watch e le AirPods, i due dispositivi indossabili più venduti al mondo, e ha risintonizzato il Mac sul Jobs-pensiero grazie ad Apple Silicon, integrazione perfetta tra Hardware e Software.

LA FUTURA EREDITÀ DI APPLE

Il CEO di Apple, nel 2021, ha dichiarato durante una intervista che non si vede a capo dell’azienda che dirige dal 2011 per tanti anni ancora, e che prima di ritirarsi vuole mettere la firma su un qualcosa che lascerà il segno. Lo spatial computing è destinato a div

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