venerdì, Novembre 15, 2024

La rinascita del cinema d’autore con Il ragazzo e l’airone di Miyazaki

IL RISVEGLIO DEL Cinema D’AUTORE

Il cinema d’autore gode di ottima salute. Quello per la fruizione domestica, grazie a piattaforme come MUBI e Indiecinema. Ma anche quello nelle sale, che in questi mesi ci ha mostrato le ultime eccellenti opere di autori come Ken Loach, Woody Allen, Aki Kaurismäki e Martin Scorsese.

Film splendido e presentato quasi silenziosamente: basti pensare che la sua uscita in Giappone (il 14 luglio 2023) non è stata preceduta da alcuna campagna pubblicitaria.

Nelle sale italiane, Il ragazzo e l’airone è arrivato – come graditissimo dono per il nuovo anno – il primo gennaio 2024, e sta già ottenendo incassi lusinghieri. Lo abbiamo visto per voi.

Il ragazzo e l’airone. Lo Studio Ghibli
Prima di addentrarci nel film, merita almeno una citazione lo Studio Ghibli, studio cinematografico di film d’animazione giapponese che dal 1985 mostra al mondo anime di grande suggestione e bellezza formale, tra cui capolavori di Miyazaki come Porco rosso, La città incantata, La principessa Mononoke e Il castello errante di Howl.

Il ragazzo e l’airone. La trama
In breve, e rischiando di fare un torto alla complessità dell’intreccio, Il ragazzo e l’airone si apre con una maestosa scena d’incendio. Siamo a Tokyo, durante la Seconda guerra mondiale, e va a fuoco l’ospedale dove è ricoverata Hisako, la madre del giovane Mahito, protagonista della pellicola.

Hisako è morta? L’intero film è, anzitutto, l’avventuroso e commovente tentativo di Mahito di scoprire se davvero sua madre è scomparsa nell’incendio. Lo accompagneranno alcuni personaggi bizzarri, soprattutto un curioso airone cinerino che in realtà contiene al suo interno un buffo personaggio all’apparenza umano.

Nel frattempo, il padre di Mahito si è risposato con Nakito, sorella della prima moglie, e la famiglia andrà a vivere nella casa d’infanzia delle due sorelle. Nei pressi dell’abitazione c’è una misteriosa torre cilindrica in rovina, che avrà un ruolo centrale nella vicenda.

Il ragazzo e l’airone. I piani di lettura
Come sempre capita con i film d’animazione di Miyazaki (e, in generale, con i capolavori) ci sono diversi piani di lettura.

Uno, superficiale, è l’avventura del giovane Mahito (e dei suoi amici-aiutanti), che ritrovandosi in un mondo incantato affronterà una sorta di viaggio iniziatico, tra parrocchetti carnivori, anziane domestiche tabagiste e altri irresistibili personaggi.

Ma Il ragazzo e l’airone è, anche, un profondo ragionamento sulla crescita interiore di un adolescente che deve affrontare il trauma della morte della madre. Mahito mostra coraggio, sprezzo del pericolo e altruismo, ma si abbandona anche a gesti di autolesionismo e altri ai limiti della crudeltà.

Non manca una altrettanto acuta riflessione sul male nel mondo, declinato in una natura qui più ostile che nelle precedenti opere del maestro. C’è un certo pessimismo di fondo, ma non manca la speranza, affidata – come spesso accade con Miyazaki – alla coscienza e al coraggio individuali.

Il ragazzo e l’airone. Le citazioni
Il film – che si ispira al romanzo E voi come vivrete?, scritto nel 1937 da Genzaburo Yoshino – è anche fitto di citazioni letterarie e cinematografiche, da La divina commedia ad Alice nel paese delle meraviglie.

E durante i 124 minuti di pellicola sono anche distribuite svariate citazioni di scene dei precedenti film di Miyazaki, che gli appassionati potranno divertirsi a scovare (ma in rete c’è chi lo ha già fatto e lo ha mostrato orgogliosamente).

Il ragazzo e l’airone. I disegni
Infine, Il ragazzo e l’airone ci regala una volta di più una serie di Immagini disegnate in modo mirabile, a partire dalla grandiosa scena iniziale dell’incendio. E ci ricorda che, per quanto possibile, certi film andrebbero sempre visti al cinema.

Il ragazzo e l’airone, un film bellissimo
Film complesso e fitto di simboli, Il ragazzo e l’airone si può tuttavia seguire anche come un bellissimo anime avventuroso e dalla trama compatta.

A volerlo leggere con uno sguardo più profondo, il film d’animazione ci consegna una morale non banale: anziché cercare mondi incantati dove, illusoriamente, non ci sono difficoltà od ostacoli, dovremmo rispondere a ciò a cui siamo chiamati. Ossia restare nel nostro mondo, accettarne le fatiche e cercare di renderlo il miglior mondo possibile.

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