La concierge Pokémon: un nuovo spaccato di vita in Game Freak
Dai primi momenti degli anni Novanta, il franchise dedicato ai Pokémon ha vissuto diverse trasformazioni, tra serie animate, Videogiochi, album di figurine e svariate forme di collezionabili. Senza dimenticare il Cinema, che ha visto un live action ormai quasi sette anni fa. E a fine dicembre 2023, l’universo di Game Freak ha proposto un nuovo titolo che porta con sé una ventata di freschezza e di differenza rispetto alle classiche lotte, grazie al lavoro di Dwarf Animation Studio e alla regia di Ogawa Iku. Parliamo della miniserie La concierge Pokémon, disponibile su Netflix in quattro episodi, di cui vi raccontiamo le nostre impressioni in questa recensione.
La ragazza desidera cambiare aria dopo un momento della sua vita particolarmente delicato: il fidanzato la lascia dopo sei anni di relazione, per telefono. Al lavoro le cose non sono semplici, e tutto questo rende Haru una ragazza molto simile a noi. Quale soluzione per lei? Ritrovare se stessi, mettendo da parte ogni problema per concentrarsi sulla propria felicità.
Haru accetta il lavoro, pensando di essere ormai all’ultima spiaggia. A sorpresa, si ritrova a incamminarsi in un percorso di crescita personale, che accompagna anche noi alla scoperta di un mondo abbastanza singolare, per essere tratto dall’universo Pokémon.
Il resort Game Freak come un paradiso terrestre
Come anticipato, lo spaccato narrativo di questa miniserie si ambienta in un resort incantevole dove non ci sono lotte e conflitti, ma solo Pokémon e un’atmosfera distesa. Ben diverso dunque da quello che ci si potrebbe aspettare. Haru non deve risolvere nessun intrigo, né catturare Pokémon, i quali gironzolano liberamente per il resort.
I comprimari, invece, sono appena distinguibili, ma funzionano nell’economia della trama. Nel complesso comunque, tutto funziona. A dovere.
Alti e bassi del resort Pokémon
Tra gli alti e bassi de La concierge Pokémon, di sicuro in primis abbiamo il comparto visivo, claymation animato in stop-motion che ben converge con la narrazione e il tone of voice generale. Tutto risulta molto curato e ricco di dettagli minuziosi. Un minus abbastanza evidente, ma non troppo inficiante, è al contrario legato al comparto narrativo, dove la scrittura funziona di sicuro, ma ci sono alcune incoerenze e squilibri tra le componenti, focalizzandosi soprattutto sul rapporto che Haru instaura con le creature.
La concierge Pokémon: la nostra recensione della miniserie Netflix
La miniserie Netflix dedicata ai mostri di Game Freak è un prodotto funzionante, e forse un po’ rimasto nella sua nicchia dello Streaming, ma meritevole di dedicarci meno di un’ora e mezza del vostro tempo. Uno spettacolo leggero, soprattutto per gli appassionati del franchise e dei titoli gestionali à la Animal Crossing, per via della narrazione placida e calma, che tiene lontane le agitazioni e le frenesie degli scontri tra allenatori. Se è vero che i Pokémon sono tra i protagonisti della miniserie, non abbiamo visto così tanta varietà di mostriciattoli, ma ci sentiremo profondamente immersi nell’universo Pokémon grazie alla quantità di citazioni e riferimenti alla saga principale che ha reso celebre una narrazione universale. L’amore e il rispetto reciproco tra animaletti e i loro allenatori.