venerdì, Novembre 22, 2024

Isonzo: la Battaglia della Marmolada, la nuova sfida multiplayer ambientata nella Prima Guerra mondiale

ISONZO: UNO SPARATUTTO AMBIENTATO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE CHE HA FATTO SCUOLA

Negli anni sono arrivati sul mercato numerosi sparatutto ambientati nel bel mezzo della Prima Guerra mondiale, capaci di attirare l’attenzione dei giocatori, come quello che vi stiamo per presentare…

Uno di questi è Isonzo, terzo FPS di un filone targato BlackMill Games, che dopo aver fatto esplorare il fronte occidentale in Verdun e quello orientale in Tannenberg ha permesso ai giocatori di immergersi in scontri multiplayer ambientati in Italia.

Sebbene il titolo abbia ormai raggiunto i lidi di PC e console da due anni, il team di sviluppo continua a supportarlo con pacchetti a pagamento ed eventi a tempo gratuiti come The Ascent, che consente di vivere un’importante pagina del conflitto mondiale, ossia la Battaglia della Marmolada. Ovviamente non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione e ci siamo tuffati nello scontro.

LA BATTAGLIA DELLA MARMOLADA

Perché la trasposizione videoludica di questo evento bellico è più particolare rispetto ad altre? Facciamo un passo indietro. Ci troviamo nel 1916 al cospetto del massiccio della Marmolada, un’enorme barriera che divide l’esercito italiano e quello austro-ungarico: il primo doveva scalare lo strapiombo e il secondo difendere le postazioni collocate sia in cima che nelle varie rientranze lungo la parete rocciosa. Pur trovandosi in una posizione sfavorevole, le truppe nostrane disponevano di abbondanti risorse e uomini rispetto agli avversari, che invece provavano a sfruttare il vantaggio dell’altezza per organizzare una controffensiva. Una delle tecniche impiegate dagli austro-ungarici fu quella di scavare nella roccia per realizzare piccole caverne, utilizzate sia per collocare rifornimenti che per creare una serie di gallerie che semplificassero gli spostamenti in un luogo tanto insidioso.

È facile intuire che si tratta di un avvenimento particolare, poiché il suo svolgimento è diverso dalle più classiche battaglie di trincea che, se portate in un contesto videoludico, si trasformano per forza di cose in contesti multiplayer più o meno simili a quanto già visto in passato.

CADUTA MASSI

BlackMill Games deve aver fatto i compiti e dopo un’attenta analisi del contesto storico e degli avvenimenti che hanno caratterizzato questo evento ha deciso di realizzare Ascesa, modalità a tempo limitato in cui i giocatori possono vestire i panni della 206ª compagnia degli Alpini in procinto di scalare la parete verticale meridionale di Punta Ombretta della Marmolada – a ben 3.247 metri d’altezza – o dei difensori. L’aspetto più originale di questa sfida è senza ombra di dubbio la mappa, che si sviluppa prevalentemente in altezza, visto che orizzontalmente ha un’estensione risibile. Tutto si gioca infatti sulla la parete rocciosa verticale, lungo cui si trovano tante sporgenze con punti di controllo neutrali che aspettano solo di essere conquistati da una o dall’altra fazione per trasformarsi in aree di spawn da utilizzare in caso di eliminazione. È bene specificare che la conquista di un checkpoint da parte di una squadra non è mai irreversibile, poiché in qualsiasi momento è possibile per il team avversario procedere con la distruzione del punto di spawn, con la conseguente creazione di un piccolo avamposto per tutti i compagni.

È inutile dire che al centro della modalità Ascesa troviamo la meccanica della scalata, che è appannaggio dei soli esponenti dell’esercito italiano: in parole povere, i difensori non hanno i mezzi per spostarsi e l’unico modo per cambiare checkpoint è quello di perire o cadere nel vuoto per poi selezionare un luogo per il respawn. Il sistema di scalata è molto semplice: è sufficiente premere un tasto per agganciarsi all’imponente muro di pietra e poi ci si può muovere con un certo grado di libertà sia lateralmente che verso l’alto. Disporre di quel pizzico di agilità in più è molto importante, poiché la struttura delle formazioni rocciose è mutevole e bisogna sfruttare la cosa a proprio vantaggio per quelle che potremmo definire quasi azioni furtive. Con i nemici dall’alto che puntano i fucili, sarebbe impossibile riuscire ad avanzare anche solo di qualche metro, quindi è necessario spostarsi in zone lontane dal loro campo visivo. Esiste anche una meccanica che favorisce il gioco di squadra, visto che ogni scalatore può fermarsi qualche istante per applicare alla roccia una serie di chiodi ai quali vengono collegate delle funi: tutti gli utenti che scalano in prossimità di queste corde ottengono un bonus alla velocità di spostamento, traendo quindi vantaggio dagli sforzi compiuti da chi li ha preceduti.

Per quanto il posizionamento giochi un ruolo importante a prescindere dalla fazione utilizzata, i mezzi offensivi risultano essenziali per poter eliminare i nemici e impedirgli di avanzare verso l’alto o il basso. Purtroppo, però, l’arsenale in dotazione ad entrambe le parti risulta estremamente ridotto e consta di un solo fucile. Parliamo di un’arma a colpo singolo che, com’è giusto che sia, ripropone il funzionamento delle vecchie bocche da fuoco: basta venir raggiunti da un solo proiettile per morire, e un errore può quindi costare un’eliminazione. Interessante è anche l’aggiunta del lancio dei massi, da utilizzare per far fronte alla scarsità di munizioni. Possiamo quindi raccogliere grosse pietre e spingerle verso il basso, così da provare ad ostacolare l’avanzata degli alpini.

UNA SCALATA CON QUALCHE PROBLEMA

Come avrete intuito, quella di Isonzo è un’originale modalità a tempo che riesce ad intrattenere per qualche partita, ma nulla di più. Il problema è rappresentato soprattutto da alcune incertezze che rendono l’esperienza di gioco non sempre gradevole. L’aspetto più fastidioso risiede nella scalata, che fila liscia quando la parete è priva di ostacoli e va in tilt quando entrano in gioco anche piccoli impedimenti, che trasformano l’avanzata verso la cima in un inferno, sia da giocare che da vedere. Altrettanto problematici sono i massi in caduta, che hanno hitbox molto generose: talvolta si muore per mano di sassi che in realtà ci sono passati alle spalle. Avremmo gradito anche una maggiore attenzione nella realizzazione della mappa, poiché non capita di rado che ci si ritrovi a perire subito dopo il respawn a causa del posizionamento dei checkpoint e, come potete facilmente immaginare, ciò può diventare frustrante. In altre parole, ci si può divertire con The Ascent, che sul piano concettuale è intrigante. Purtroppo però questa modalità avrebbe necessitato di una maggior cura in degli ambiti cruciali, così da poter brillare di più.

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