IL MISTERO DEL PUNTO ALLA FINE DEI NOMI DI DOMINIO: COSA SIGNIFICA
Il nome di dominio è la denominazione mnemonica che viene abitualmente utilizzata per raggiungere un server remoto senza conoscere il corrispondente indirizzo IP pubblico. Prendete ad esempio l’indirizzo www.Google.it oppure, più semplicemente google.it (senza www). La corrispondenza tra indirizzo mnemonico e IP è gestita da un server DNS, detto anche resolver DNS. Il comando nslookup, digitato dalla finestra del terminale, consente di risolvere qualsiasi nome di dominio.
UN PUNTO ALLA FINE DEL NOME DI DOMINIO NON È UN ERRORE: ECCO PERCHÉ
Alcuni utenti hanno notato che cliccando su un nome Bonjour dal Browser Apple Safari, l’URL presentato contiene un punto alla fine del nome di dominio. Si tratta di un bug? La risposta breve è no. Di seguito spieghiamo il perché.
Provate a inserire manualmente un punto in fondo al nome di dominio di qualunque sito che state visitando. Verificherete che il sito si caricherà normalmente.
E’ un fatto poco noto, ma i cosiddetti nomi di dominio fully-qualified hanno un punto alla fine. Chi gestisce in prima persona un server DNS è consapevole di questo aspetto ma la più grande platea di utenti e buona parte degli amministratori IT non lo sanno.
La specifica RFC 1034, risalente al lontano 1987, chiarisce esplicitamente che ogni nome di dominio completo (spesso chiamato “assoluto”) termina proprio con un punto. Provate ad esempio a digitare blog.google. (con il punto finale): vedrete che la richiesta sarà perfettamente gestita.
LA DIFFERENZA TRA UN DOMAIN NAME ASSOLUTO E RELATIVO, ALL’ATTO PRATICO
L’utilizzo di un nome di dominio con o senza un punto finale ha un impatto significativo sulla sua interpretazione e risoluzione all’interno del sistema DNS (Domain Name System).
Quando si utilizza un nome di dominio senza punto finale, il server DNS considera il nome come relativo al contesto locale o al dominio di ricerca DNS dell’utente. Questo significa che il sistema aggiungerà automaticamente i domini di ricerca specificati (come quelli configurati nell’elenco di ricerca DNS del sistema) per completare il nome di dominio prima di tentarne la risoluzione.
Ad esempio, se si digita blog.google e il dominio di ricerca è impostato su “mydomain.com”, il sistema cercherà di risolvere blog.google.mydomain.com.
L’aggiunta di un punto finale alla fine del nome del dominio indica al sistema DNS che il nome è completo e completamente qualificato. In questo caso, il DNS non aggiunge automaticamente il dominio di ricerca locale o altri domini specificati prima di tentare la risoluzione. Il nome di dominio completo è utilizzato esattamente come è inserito, senza modifiche o completamenti aggiuntivi. Ad esempio, blog.google. è considerato un “nome di dominio assoluto” ed è risolto senza l’aggiunta di alcun dominio di ricerca.
LATO APPLICATIVO, I NOMI DI DOMINIO ASSOLUTI NON SONO SEMPRE CORRETTAMENTE GESTITI
Sebbene sia cosa poco nota, la gestione dei nomi di dominio assoluti a livello di resolver DNS è “un must”. Lato applicativo, tuttavia, se si inserisce nella barra degli indirizzi del browser un nome di dominio con il punto finale, possono registrarsi vari comportamenti.
In alcuni casi, come ad esempio con google.com., avviene un reindirizzamento verso il nome di dominio senza punto; in altri casi il nome di dominio fully-qualified è gestito come se fosse del tutto separato (compare ad esempio il disclaimer per l’accettazione dei cookie, come se fosse la prima volta che si visita il sito Web).
Ancora, in alcuni frangenti, i webmaster commettono palesi errori, con il mancato caricamento di codici JavaScript e fogli di stile. Provate ad esempio a digitare www.apple.com. e verificate cosa succede: nel momento in cui scriviamo, molti elementi del sito Apple non si caricheranno completamente. Eppure è l’azienda con la maggiore capitalizzazione di mercato a livello mondiale.