lunedì, Settembre 16, 2024

Il Pd si oppone alla cessione di PagoPA: possibili rischi per la concorrenza e la privacy

CRESCITA DELL’ATTENZIONE SULLA CESSIONE DI PAGOPA

Un’interrogazione del Partito Democratico e le azioni di alcune banche stanno mettendo sotto i riflettori la norma del decreto Pnrr che assegna all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e a Poste Italiane i diritti di opzione per l’acquisto dell’intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato nella società che gestisce la piattaforma nazionale dei pagamenti. In particolare, la questione della concorrenza e della privacy dei dati degli utenti sono al centro del dibattito.

L’INTERROGAZIONE DEL PD

Il gruppo PD in commissione Bilancio del Senato ha presentato un’interrogazione al MEF e al ministero per gli Affari Europei per chiarire obiettivi e modalità della cessione. Il capogruppo Daniele Manca ha sottolineato che l’operazione, che fa parte delle privatizzazioni previste dal governo per recuperare 20 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, ha sollevato critiche da parte di numerosi enti creditizi che denunciano un presunto aggiramento delle norme sulla concorrenza.

“Per questo motivo ho presentato un’interrogazione al ministero per gli Affari Europei e al MEF, firmata da tutto il gruppo del PD, nella quale chiedo di conoscere le motivazioni che hanno portato al coinvolgimento di Poste Italiane Spa nell’operazione di cessione di quote di capitale di PagoPA; se intendano chiarire il corrispettivo minimo atteso dalla suddetta cessione e i criteri che saranno adottati dai soggetti nominati dal ministero dell’Economia e delle Finanze per la definizione della cessione delle quote di PagoPA alle parti acquirenti.”

Il PD ha anche sollevato il tema della concorrenza, chiedendo al governo di specificare se la cessione di quote di capitale di PagoPA a Poste Italiane possa comportare problemi di natura concorrenziale e se siano escluse problematiche legate alla protezione dei dati sensibili dei cittadini che utilizzano PagoPA per i loro pagamenti.

TIMORI DELLE BANCHE

Anche dal mondo bancario giungono timori riguardo alla cessione di PagoPA. Secondo quanto riportato da CorCom, almeno due istituti avrebbero valutato la possibilità di ricorrere all’Antitrust contro il decreto. La preoccupazione principale riguarda il ruolo di Poste, che svolge attività bancarie e potrebbe limitare l’accesso alla piattaforma ai concorrenti. Inoltre, il fatto che il provvedimento assegni a Poste una quota rilevante senza una gara pubblica è stato motivo di preoccupazione.

PAGOPA, COS’È E COME FUNZIONA

PagoPA è la società interamente controllata dallo Stato attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e soggetta alla vigilanza del Presidente del Consiglio tramite il Ministro delegato. Gestisce la piattaforma digitale dedicata ai pagamenti in favore della Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di semplificare e migliorare la qualità e la quantità dei servizi di pagamento offerti dagli enti pubblici in modo sicuro.

Le transazioni effettuate nel triennio 2020-2023 hanno superato i 900 milioni, con un aumento medio annuo del 40%. Gli importi medi per transazione sono stati di circa 202 euro e i pagamenti sono stati effettuati principalmente a favore di utility, PA centrali, ACI, comuni, istruzione e sanità.

Nel 2023, il valore delle transazioni con PagoPA ha registrato aumenti significativi in settori come le utility, i comuni e la sanità.

In conclusione, la cessione di PagoPA sta generando un dibattito acceso su diversi fronti, dalla concorrenza alla tutela dei dati sensibili dei cittadini. Sarà fondamentale monitorare da vicino lo sviluppo di questa vicenda e le eventuali azioni che potranno essere intraprese dalle istituzioni e dagli operatori del settore bancario.

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