Un recente studio pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine ha rilevato che i pazienti valutano le risposte di ChatGPT, un programma per computer progettato per simulare conversazioni online con gli esseri umani, come più empatiche e di qualità superiore rispetto a quelle dei medici. Secondo un articolo pubblicato su Standard, nello studio, è stato chiesto a un team di operatori sanitari autorizzati di valutare le risposte dei medici e di ChatGPT; hanno scoperto che la proporzione di risposte classificate come “empatiche” o “molto empatiche” era più alta per ChatGPT che per i medici e che il chatbot sembrava ottenere punteggi più alti rispetto ai medici sulla qualità delle risposte ai pazienti.
I ricercatori suggeriscono che sono necessari ulteriori studi per valutare se i chatbot di intelligenza artificiale come ChatGPT possono essere utilizzati in contesti clinici per aiutare a ridurre il burnout nei medici e in altri operatori sanitari. Un potenziale utilizzo della tecnologia potrebbe essere, ad esempio, quello di fare in modo che il chatbot rediga le risposte che i medici potrebbero quindi modificare e studi randomizzati potrebbero valutare se l’utilizzo di assistenti di intelligenza artificiale potrebbe migliorare le risposte, ridurre il burnout del medico e anche migliorare i risultati dei pazienti.
Tuttavia, gli esperti avvertono che i chatbot non possono sostituire la relazione umana e l’assistenza che è una parte vitale del processo sanitario: i pazienti possono sentirsi più a loro agio nel ricevere consigli medici da un chatbot, ma per molti pazienti il tocco umano è un aspetto importante dell’assistenza. Un medico umano è in grado di adattare il proprio linguaggio, i modi e l’approccio in risposta a segnali e interazioni sociali, mentre un chatbot produrrà un linguaggio più generico senza la consapevolezza dei contesti sociali. Nel complesso, mentre lo studio suggerisce che i chatbot come ChatGPT possono avere un potenziale in ambito clinico, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno il loro impatto sugli esiti dei pazienti e sulla professione sanitaria.
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