venerdì, Dicembre 20, 2024

Harold Halibut: il miracolo dell’avventura in stop motion

HAROLD HALIBUT: UNA NUOVA AVVENTURA IN STOP MOTION

Posta sul fondale marino di un pianeta alieno, giace la stazione spaziale conosciuta col nome FEDORA I, arca della salvezza che 250 anni prima condusse un manipolo di esseri umani nelle profondità del cosmo. Desiderosi di lasciarsi alle spalle le inquietudini della Guerra Fredda, questi avventurieri partirono alla ricerca di un posto da cui ricominciare. Un posto da poter chiamare casa.

Dopo due secoli e mezzo di pellegrinaggio, l’equipaggio della FEDORA I riuscì a localizzare un pianeta potenzialmente abitabile, scoprendo solo in seguito all’atterraggio che l’atmosfera tossica del corpo celeste avrebbe reso impossibile stabilirsi sulla sua superficie. Ciò non impedì al gruppo di fare quello che gli umani avevano sempre fatto: adattarsi. L’oceano di quel pianeta ostile divenne la nuova dimora del genere umano, un ritorno al brodo primordiale dal quale riscrivere il proprio futuro. Così inizia Harold Halibut, un’avventura in stop motion che sembra un piccolo miracolo.

PER NIENTE BANALE

Harold Halibut parte da queste premesse, ma l’incedere degli eventi è meno epico di quanto si possa pensare: nei panni di Harold, assistente del capo degli scienziati della FEDORA Jeanne Mareaux, ci muoviamo tra i distretti che compongono la stazione spaziale, collegati fra di loro tramite un complesso sistema di trasporto tubolare. Il nostro protagonista è quanto di più lontano possa esserci dalla figura dell’eroe: timido, goffo, distratto, Harold potrebbe essere il vostro collega di lavoro o il vostro amico perennemente intrappolato nel mondo dei sogni. Eppure sono proprio le sue mancanze a renderlo un personaggio interessante, complice un livello di scrittura dei dialoghi e dei personaggi sempre ricercato e mai banale, capace di dare spessore a una storia che promette di affrontare tematiche sociali per nulla scontate, specialmente per il mondo dei Videogiochi, dove i tòpoi narrativi delle grandi produzioni possono risultare talvolta stucchevoli se non gestiti con la dovuta sensibilità.

UN MIRACOLO TECNICO

Nel caso di Harold Halibut, il termine ambizioso è riduttivo: concepito nel 2012 e annunciato nel 2017 tramite Kickstarter, il progetto di Slow Bros. raggiunse un terzo dei fondi richiesti (circa 50.000 dollari su 150.000). Il team non si diede per vinto e, anzi, continuò a lavorarci sopra, con una dedizione quasi religiosa per un titolo tecnicamente all’avanguardia.

Ogni elemento che compone il gioco – personaggi, scenari, oggetti – è stato interamente realizzato a mano da un gruppo di modellatori, in un processo meticoloso che ha richiesto l’impiego di maestranze provenienti da vari campi dell’arte. Dopo aver dato una forma al mondo di Harold Halibut, Slow Bros. ha fatto ricorso all’utilizzo della fotogrammetria, una tecnica che permette di avere scan ad alta definizione dell’oggetto desiderato. L’iter consiste nello scattare, ad esempio, centinaia di foto al modellino del protagonista, così da avere una “mappatura” completa del personaggio.

Ciò permette di ottenere texture dettagliate a discapito delle prestazioni, un grattacapo tecnico non da poco che lo studio tedesco ha gestito con il virtual texturing, così descritto sul sito di Unity: “Streaming Virtual Texturing (SVT) è una funzionalità che riduce l’utilizzo della memoria della GPU e i tempi di caricamento delle texture quando si hanno molte texture ad alta risoluzione nella scena. Suddivide le texture in tile e le carica progressivamente nella memoria della GPU quando sono necessarie”.

MONDI SOMMERSI

Chiusa questa doverosa parentesi tecnica, torniamo alla FEDORA e ai suoi abitanti. Il cast di comprimari che ci ha accompagnato durante la demo esprime tutto il potenziale narrativo di un’Opera dal taglio cinematografico:

la qualità dei dialoghi è ottima e ogni personaggio possiede tratti unici, siano essi estetici o psicologici. Questo lavoro di caratterizzazione fa sì che i protagonisti della vicenda non vengano percepiti come un riempitivo, ma come estensione di un mondo dotato di carattere e personalità. Lo stesso Harold, dicevamo, è un uomo qualunque che, suo malgrado, si ritrova coinvolto in eventi più grandi di lui. È proprio il suo distacco dalla figura dell’eroe a renderlo un personaggio interessante, una figura che potremmo accostare, pur con tutte le differenze del caso, al protagonista de Le Notti Bianche (anche lui “perso nel suo mondo” e abituato a viaggiare di fantasia).

Nel corso della nostra prova abbiamo svolto incarichi semplici ma utili a immedesimarci nella figura di Harold, entrando in contatto con le realtà che compongono lo strato cittadino. A Edge della FEDORA è infatti possibile trovare uffici, laboratori, appartamenti e un parco commerciale chiamato Agora Arcades, luoghi liberamente raggiungibili dal giocatore. I compiti da svolgere vengono segnati su un palmare, strumento su cui riceveremo anche dei messaggi.

Il quest design è il medesimo delle avventure tridimensionali: si viaggia da punto A a punto B, interagendo con i personaggi e risolvendo enigmi di vario tipo. Questi ultimi, seppur presenti in numero limitato, non ci hanno dato l’impressione di essere degli ostacoli all’incedere degli eventi, una scelta comprensibile e che ci sentiamo di supportare viste le aspirazioni del titolo.

Certo, bisognerà attendere la versione completa per valutare come i vari elementi si incastrano nell’economia di gioco, ma la formula di Slow Bros. ci è sembrata tutto sommato funzionale e non vediamo l’ora di saperne di più, in attesa di una data d’uscita definitiva. Nel frattempo, la demo di Harold Halibut è gratis su Steam come parte dello Steam Next Fest, disponibile per il download fino al 12 febbraio.

CONCLUSIONE

Con Harold Halibut, Slow Bros. sembra aver fatto centro con un’esperienza videoludica tanto originale quanto coinvolgente. Attraverso la sua Grafica ad alta definizione e un gameplay avvincente, il gioco promette di rapire i giocatori in un’avventura indimenticabile ambientata su un pianeta alieno. Resta da vedere come Slow Bros. gestirà la narrazione e le tematiche sociali affrontate, ma dalle prime impressioni sembra che il gioco sia destinato a lasciare il segno nell’industria videoludica. Non vediamo l’ora di esplorare più a fondo il mondo di Harold Halibut e di vedere cosa il team di sviluppo ha in serbo per gli appassionati di videogiochi.

In conclusione, Harold Halibut si presenta come un titolo promettente e affascinante, capace di immergere i giocatori in un’avventura unica nel suo genere. Con una grafica straordinaria e una narrazione coinvolgente, è destinato a diventare uno dei titoli più attesi del prossimo anno. Resta da vedere come si evolverà il gioco nella sua versione completa, ma finora le premesse sono decisamente positive.

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