LO SCHEMA EUCS
L’obiettivo del nuovo schema di certificazione è di garantire condizioni di parità in termini di regole di certificazione della Sicurezza informatica per i fornitori di servizi cloud nell’Ue, aumentando il livello di sicurezza informatica in tutta l’Unione europea. “Tuttavia, le attuali disposizioni, che mirano a escludere le società cloud non Ue dal più alto livello di certificazione e potenzialmente da settori critici come il settore pubblico, la salute, l’energia, i trasporti e altre industrie regolamentate – sottoilnea Assintel – potrebbero avere l’effetto opposto”.
Innovazione europea a rischio?
Secondo i risultati dello studio Ecipe il nuovo schema metterebbe a rischio l’innovazione europea: minori investimenti da parte delle imprese, in particolare le piccole e medie – avverte Assintel – si traducono rapidamente in perdita di competitività e aumentano il digital divide rispetto ad altre economie avanzate, mettendo a rischio il raggiungimento dei target nazionali e europei nella trasformazione digitale.
“I tre scenari dello studio”
Lo studio vaglia tre scenari di implementazione nel medio e nel lungo termine, classificati in base alla portata dei settori coinvolti e dei casi d’uso coperti dai requisiti più elevati della proposta. Le evidenze dimostrano che sarebbero i settori della Finanza, sanità e istruzione a subire le maggiori conseguenze, in particolare nei piccoli Paesi più dipendenti dai servizi digitali e ICT. Tuttavia, le perdite nominali più ingenti si registrano negli Stati più grandi, tra cui Germania, Francia, Italia e Spagna.
Persino nello scenario più favorevole – sottolinea Assintel – il nostro Paese rischia di perdere il 3,5% del Pil, pari a 65,1 miliardi di euro ed i numeri non sono migliori altrove. In generale, il PIL dei Paesi dell’UE potrebbe subire una variazione negativa dello 0,2% in due anni fino al 3,6% in cinque anni, a causa della perdita di capacità cloud, tradotta in un rallentamento dello sviluppo tecnologico di imprese e pubblica amministrazione.