sabato, Dicembre 21, 2024

Giuliano Amato lascia la presidenza della commissione Algoritmi sull’Intelligenza Artificiale

GIULIANO AMATO LASCI IL RUOLO DI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ALGORITMI

Giuliano Amato lascia la “Commissione Algoritmi”, incaricata dal governo di studiare le implicazioni dell’Intelligenza Artificiale nel campo dell’editoria. L’annuncio è affidato a un colloquio dell’ex presidente della Corte Costituzionale con il Corriere della Sera, in cui Amato torna sulle dichiarazioni di Giorgia Meloni alla conferenza stampa di fine anno. Parlando con i giornalisti la premier aveva detto di essere rimasta “basita” da una recente intervista in cui Amato parlava di “Democrazia a rischio, l’Italia può seguire Polonia e Ungheria”.

LE PAROLE DI GIULIANO AMATO

Riferendosi alla commissione Algoritmi, Amato sottolinea: “E’ una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico. Peccato, ci perdono qualcosa – conclude – Ma a me semplificherà la vita”. Proprio durante la conferenza stampa del 4 gennaio, infatti la premier aveva avuto l’occasione di sottolineare di non aver indicato direttamente il nome di Amato per guidare la commissione: “Credo si sappia che non sia una mia iniziativa”, aveva detto. I fatti risalgono alla fine di ottobre, quando Alberto Barachini, sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, aveva annunciato la decisione di dare la presidenza della commissione a Giuliano Amato, suscitando la reazione della premier, che aveva sottolineato di “non saperne niente”.

LA POLEMICA SULL’INTERVISTA DI AMATO

Il caso è esploso nel momento in cui la premier, rispondendo alla domanda di un giornalista, ha citato una recente intervista di Giuliano Amato dicendosi “basita” dalle sue dichiarazioni: “Siccome entro il 2024 il Parlamento che oggi ha una maggioranza di centrodestra deve nominare quattro giudici della Consulta, ci sarebbe il rischio di una deriva autoritaria – aveva detto Meloni parafrasando le parole di Amato – Io penso semmai che sia una deriva autoritaria considerare che chi vince le elezioni, se non è di sinistra, non abbia gli stessi diritti degli altri. Nella mia idea di democrazia questo non esiste. Il mondo nel quale la sinistra ha più diritti degli altri, per quanto mi riguarda, è finito”.

LA RISPOSTA DI GIULIANO AMATO

“Io non ho assolutamente parlato dell’elezione dei giudici della Corte – dice Amato al Corriere della Sera – Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l’intervista. Ho parlato dell’accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l’abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei”.

LA COMMISSIONE ALGORITMI

L’indicazione di Giuliano Amato alla guida della commissione risale a ottobre, quando il sottosegretario Barachini aveva annunciato l’iniziativa di istituire un organismo di indagine sulla potenziale perdita di posti di lavoro legata all’adozione di algoritmi di intelligenza artificiale. L’incarico affidato alla commissione è stato quello di studiare il fenomeno e redigere un report per valutare quanti posti sono a rischio, per esempio proprio nell’editoria e nel giornalismo, e quali contromisure il governo potrà prendere.

In conclusione, l’abbandono di Giuliano Amato dall’incarico di presidente della “Commissione Algoritmi” ha sollevato polemiche e dato adito a un’approfondita riflessione sul ruolo e sulle responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione di incarichi di tale importanza. L’intelligenza artificiale rappresenta una sfida del futuro e il coinvolgimento di esperti del calibro di Amato è fondamentale per garantirne un corretto sviluppo e impatto sulla società.

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