mercoledì, Novembre 27, 2024

Giornata mondiale della libertà di stampa: dati e prospettive per il 2025

**CELEBRAZIONI PER LA GIORNATA DELLA LIBERTÀ DI STAMPA**

Oggi, come ogni 3 maggio dal 1993, si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa.

Vediamo qualche dato, ma prima scopriamo cos’è la Giornata mondiale della libertà di stampa e perché ricorre proprio il 3 maggio.

**LA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA**

La Giornata mondiale della libertà di stampa è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1993.

L’obiettivo è proprio quello di ricordare l’importanza di una stampa libera, e invitare tutti i Governi e le istituzioni a favorire la libertà di espressione in tutte le sue forme. La libertà di parola è peraltro sancita dall’articolo 19 della Dichiarazione dei diritti umani del 1948.

La data prescelta commemora una tavola rotonda dell’UNESCO, tenuta in Namibia il 3 maggio del 1991. Da quell’incontro è stata redatta la Dichiarazione di Windhoek (dal luogo della tavola rotonda), documento promulgato dai giornalisti africani, che sancisce l’importanza dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media.

**L’EDIZIONE 2024**

Ogni anno, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa si tiene una conferenza in un luogo sempre diverso, attorno a un tema specifico.

Per l’edizione 2024 il tema è l’importanza del giornalismo e della libertà di espressione nel contesto dell’attuale crisi ambientale globale. E la conferenza sull’argomento si terrà a Santiago del Cile dal 2 al 4 maggio.

**LA LIBERTÀ DI STAMPA NEL MONDO**

Dicevamo che i diversi report sulla libertà di stampa a livello globale non fanno sorridere.

Uno dei più recenti è quello pubblicato dal Civil liberties union for Europe (Liberties), un’organizzazione a difesa dei diritti umani con sede a Berlino.

La ricerca si occupa della libertà d’espressione in Europa, e ci dice che nel nostro continente c’è un’eccessiva concentrazione della proprietà dei media in mano a pochi editori.

Inoltre, i giornalisti continuano a subire minacce, intimidazioni e violenze in diversi stati membri.

Tra i Paesi dove più frequentemente i giornalisti sono oggetto di intimidazioni (attraverso l’abuso di strumenti come le denunce per diffamazione) si segnalano l’Italia, la Croazia, la Grecia, l’Olanda e la Svezia. E questo nonostante la recente approvazione, da parte del Parlamento Ue, del Media Freedom Act, la legge sulla libertà e la trasparenza dei media.

**IL COMMENTO**

Sul report si è espressa Eva Simon, responsabile senior per la difesa dei diritti presso Liberties.

Simon ha detto: “La libertà dei media è chiaramente in costante declino in tutta l’Ue, in molti paesi a causa di danni deliberati o negligenza da parte dei governi nazionali.

Il declino della libertà dei media va di pari passo con il declino dello stato di diritto. C’è una stretta correlazione tra i due. Questo è il programma dei regimi autoritari”.

**UNO SGUARDO GLOBALE SUL 2023**

Per conoscere le condizioni della libertà di stampa nei vari Paesi del mondo, è sempre utile la meritoria ricerca di Reporter senza frontiere.

Nel 2023 i tre Paesi più virtuosi risultano Norvegia, Irlanda e Danimarca. Chiudono la classifica, dalla centosettantottesima alla centottantesima posizione, Vietnam, Cina e Corea del Nord. L’Italia si trova al quarantunesimo posto.

C’è poi il raggelante dato raccolto dal Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), secondo cui sempre nel 2023 sono stati uccisi 99 giornalisti. Più di tre quarti di questi hanno perso la vita a Gaza.

**L’ITALIA E IL CASO DEL DDL AVANZATO E POI RITIRATO**

Nel caso specifico dell’Italia, ha suscitato perplessità e indignazione la recente proposta, avanzata da Fratelli d’Italia, di punire con la reclusione sino a 4 anni e mezzo i giornalisti condannati per diffamazione.

Dopo le forti proteste di varie associazioni, tra cui la Federazione europea dei giornalisti e Reporter senza frontiere, e i malumori all’interno della stessa maggioranza, Fratelli d’Italia ha ritirato gli emendamenti al ddl sulla diffamazione. Lo ha annunciato il senatore Gianni Berrino, che aveva firmato le proposte di modifica.

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