giovedì, Novembre 21, 2024

Doppiaggio italiano nei videogiochi: 6 titoli da non perdere, dai classici ai moderni

LA QUALITÀ DEL DOPPIAGGIO ITALIANO NEI Videogiochi: SEI TITOLI CHE RIESCONO A FARCI SENTIRE A CASA

DEATH STRANDING

Cominciamo subito con Death Stranding, primo titolo della nuova Kojima Productions pubblicato in origine solo su PS4. Le esclusive Sony ci hanno spesso colpito in positivo in merito al doppiaggio italiano e l’avventura di Sam Porter Bridges non ha fatto eccezione.

Le voci nostrane chiamate a interpretare i peculiari personaggi immaginati da Kojima hanno dovuto doppiare attrici, attori e artisti di spicco e spesso ci sono riuscite con ottimi risultati. In primis, un plauso ad Andrea Lavagnino e Domitilla D’Amico, i Sam e Fragile italiani, che hanno saputo convincerci sin dalle loro prime battute, durante il filmato in cui i protagonisti, al riparo sotto una grotta, vengono raggiunti da una Creatura Arenata.

Di grande intensità sono state anche le interpretazioni di Davide Marzi e Stefano Alessandroni, rispettivamente nei panni del Cliff di Mads Mikkelsen e del Die-Hardman di Tommy Earl Jenkins.

Chiudiamo poi con Eleonora Reti e Alessandro Budroni, che ci hanno restituito – rispettivamente – le emozioni contrastanti di Amelie e la lucida follia di Higgs.

CYBERPUNK 2077

Cyberpunk 2077 di CD Projekt RED non ha avuto il migliore dei debutti sul mercato, ma in merito al doppiaggio italiano si è dimostrato all’altezza delle aspettative del pubblico. Certo, Luca Ward ha interpretato il Johnny Silverhand di Keanu Reeves, ma in realtà la versione nostrana dell’ambizioso Action RPG si è distinta con molti altri personaggi.

Pensiamo alle sfuriate di Dexter Deshawn, doppiato da Alessandro Rossi, o al carisma di Solomon Reed, figura chiave nell’espansione Phantom Liberty, la cui controparte italiana ci è stata regalata dalla voce storia di Idris Elba: Alberto Angrisano. Non vogliamo dimenticare la versione femminile e maschile di V, con Martina Felli e Federico Viola che nel complesso hanno portato a schermo degnamente la figura centrale dell’avventura.

THE LAST OF US PARTE 2

Quello di The Last of Us Parte 2 era un racconto molto complesso da mettere in scena, con i membri del cast che si sono impegnati davvero a fondo per dare vita ai rispettivi alter ego.

La versione italiana dell’avventura per fortuna è stata realizzata con attenzione, perché la forza di diversi momenti chiave è stata preservata. Per fare un esempio, Beatrice Caggiula e Gea Riva, le nostre Dina ed Ellie, hanno riportato degnamente le tante sfumature emotive della scena del bacio durante il ballo.

I momenti padre-figlia tra Joel ed Ellie ancora ragazzina al museo hanno certamente beneficiato del talento di Lorenzo Scattorin, voce del contrabbandiere che i fan hanno amato anche nel primo capitolo. Da menzionare è anche l’incontro tra Abby e Owen nella barca, con uno scambio di battute che sfocia poi in un litigio.

Francesca Bielli e Alessandro Zurla hanno offerto una valida alternativa all’interpretazione di Laura Bailey e Patrick Fugit, le voci originali dei due personaggi.

GRIM FANDANGO

Facciamo ora un bel tuffo nel passato, al 1998 per la precisione, anno del debutto di Grim Fandango, la mitica avventura a firma TIM Schafer che si è distinta anche per il suo solido doppiaggio in lingua italiana.

Manny Calavera, lo sfortunato agente del dipartimento della morte, è stato ottimamente interpretato da Renato Cecchetto, che ha saputo regalarci tanti sorrisi nei frangenti più disparati. All’inizio dell’avventura ad esempio, quando il suo personaggio tenta di vendere a un defunto un viaggio di qualità verso l’aldilà, salvo poi scoprire di non poterlo fare, e abbandonare i suoi abiti da tristo mietitore con un’aria sconsolata. Che dire poi delle sfuriate di Don Copal, che convoca Manny nel proprio ufficio solo per sottolineare la sua incompetenza con una sonora sgridata: Riccardo Rovatti ha dimostrato tutto il suo talento con lo scheletrico boss del protagonista, in scene che non avrebbero minimamente sfigurato in un film d’animazione.

MAX PAYNE

Se pensiamo ai videogiochi doppiati in italiano, il 2001 è stato un anno molto particolare. Ha infatti ospitato titoli agli antipodi per qualità delle interpretazioni, dall’atroce intro di King’s Field IV, che ancora affolla i nostri incubi, fino a esempi lodevoli, come quello di Max Payne. Composti da Immagini statiche organizzate in stile graphic novel, gli intermezzi dell’iconico noir di Remedy erano perfetti per mettere in risalto la bravura delle voci nostrane.

Ci sovviene l’incontro ad armi spianate tra il protagonista e Mona Sax, con le parole di Giorgio Melazzi e Donatella Fanfani che sottolineano tutta la diffidenza che regna tra i due personaggi. In generale, non dimenticheremo mai i monologhi in italiano dell’ex detective, perché col suo tono di voce calmo ma deciso Melazzi ha preservato tutta la forza delle metafore e delle affermazioni del carismatico Max Payne.

RATCHET & CLANK 3

Chiudiamo in bellezza con il terzo capitolo di Ratchet & Clank, la cui scrittura frizzante e divertente dava corpo a individui buffi e in grado di regalare sorrisi a volontà. L’avventura di Insomniac Games ospitava il debutto del temibile dottor Nefarious, protagonista di gag indimenticabili assieme al suo maggiordomo lavativo, Lawrence.

Ogni volta che sentiva nominare le gesta del Capitano Qwark, lo scienziato robotico impazziva e il suo cervello andava in tilt, cominciando a riprodurre i dialoghi di una soap Opera di quart’ordine.

Gli scambi tra Riccardo Rovatti, voce di Nefarious, e Oliviero Corbetta, che invece interpretava Lawrence erano semplicemente esilaranti, e venivano affiancati da altre grandi prestazioni attoriali, a partire da quella di Esther Ruggiero nei panni dell’inflessibile Helga, o di Gianni Gaude e il suo ben poco eroico capitano Qwark.

Impossibile poi non citare Simone d’Andrea e Aldo Stella, che coi loro Ratchet e Clank ci hanno fatto appassionare a questo dinamico duo di casa PlayStation.

Di titoli che vantano un grande doppiaggio italiano, chiaramente, ne esistono molti di più. Per questo motivo vi lasciamo la parola: quali sono i vostri preferiti? Ditecelo nei commenti!

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