ASSEGNO UNICO 2024: IMPORTI, FASCE ISEE E PAGAMENTI – GUIDA COMPLETA
Gli assegni familiari sono una forma di sostegno economico alle famiglie con figli a carico, che varia in base al reddito e alla composizione del nucleo. Dal 2022, gli assegni familiari sono stati sostituiti dall’assegno unico e universale, una prestazione più ampia e inclusiva, che spetta a tutte le famiglie con figli fino a 21 anni, senza limiti di età per i figli disabili. L’assegno unico è erogato dall’INPS e viene calcolato in base all’ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente. Ecco quali sono gli importi, le fasce ISEE e le date di pagamento dell’assegno unico nel 2024.
I DATI DELL’OSSERVATORIO INPS
Nei primi 11 mesi del 2023, l’INPS ha erogato alle famiglie italiane circa 16,46 miliardi di euro per l’Assegno Unico e Universale, la misura a sostegno dei nuclei familiari con figli a carico.
CHE COS’È L’ASSEGNO UNICO E A CHI SPETTA?
L’assegno unico e universale è una prestazione economica che sostituisce dal 2022 gli assegni familiari e altre agevolazioni per le famiglie con figli a carico. L’assegno unico spetta a tutte le famiglie con figli fino a 21 anni, senza limiti di età per i figli disabili, indipendentemente dalla condizione lavorativa e dal reddito. L’importo dell’assegno varia in base al numero dei figli, alla fascia ISEE e ad alcune maggiorazioni previste per situazioni particolari. L’assegno unico è erogato dall’INPS e va richiesto tramite il sito web dell’istituto o i patronati.
QUANTO È L’IMPORTO DELL’ASSEGNO UNICO NEL 2024
L’importo dell’assegno unico dipende dal numero dei figli e dalla fascia ISEE di appartenenza della famiglia. Nel 2024, gli importi sono stati aumentati del 5,4% per adeguarli all’inflazione. Inoltre, sono previste delle maggiorazioni per i nuclei numerosi, madri di età inferiore a 21 anni, figli disabili, figli minori con un solo genitore o con entrambi i genitori titolari di reddito da lavoro. Ecco gli importi dell’assegno unico nel 2024:
– Per una famiglia con un figlio, l’importo mensile dell’assegno unico varia da 199,40 euro se il reddito è inferiore o uguale a 7.000 euro, a 57,20 euro se il reddito è superiore a 40.000 euro, con una riduzione graduale per le fasce intermedie.
– Per una famiglia con due figli, l’importo mensile varia da 398,80 euro a 114,40 euro, seguendo lo stesso criterio.
– Per una famiglia con tre figli, l’importo mensile varia da 598,20 euro a 171,60 euro.
– Per una famiglia con quattro o più figli, l’importo mensile è di 797,60 euro per la fascia più bassa, di 228,80 euro per la fascia più alta, e di un valore intermedio per le altre fasce, con un incremento di 199,40 euro per la fascia più bassa e di 57,20 euro per la fascia più alta per ogni figlio oltre il quarto.
QUALI SONO LE FASCE ISEE PER L’ASSEGNO UNICO
Per poter ricevere l’assegno unico, è necessario presentare una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il calcolo dell’ISEE, che tiene conto dei redditi, dei patrimoni e della composizione del nucleo familiare. L’ISEE serve a determinare la fascia di appartenenza della famiglia, che influisce sull’importo dell’assegno unico. Nel 2024, le fasce ISEE sono tre:
– Famiglie con un reddito complessivo annuo inferiore o uguale a 7.000 euro;
– Famiglie con un reddito complessivo annuo superiore a 7.000 euro e inferiore o uguale a 40.000 euro;
– Famiglie con un reddito complessivo annuo superiore a 40.000 euro.
QUANDO PAGANO L’ASSEGNO: LE DATE
L’assegno unico viene pagato dall’INPS intorno alla metà del mese di riferimento, secondo un calendario prestabilito. Per i primi sei mesi del 2024, le date di pagamento sono le seguenti:
– Per la mensilità di gennaio, il pagamento avviene il 17, il 18 o il 19 gennaio, a seconda della modalità scelta;
– Per la mensilità di febbraio, il pagamento avviene il 16, il 19 o il 20 febbraio;
– Per la mensilità di marzo, il pagamento avviene il 18, il 19 o il 20 marzo;
– Per la mensilità di aprile, il pagamento avviene il 17, il 18 o il 19 aprile;
– Per la mensilità di maggio, il pagamento avviene il 15, il 16 o il 17 maggio;
– Per la mensilità di giugno, il pagamento avviene il 17, il 18 o il 19 giugno.
Queste date si riferiscono ai pagamenti per gli assegni che non hanno subito variazioni rispetto al mese precedente. Per chi presenta una nuova domanda o ha subito modifiche nell’importo, il pagamento avviene nell’ultima settimana del mese successivo a quello di presentazione della richiesta o di verifica della variazione.
QUANDO PRESENTARE LA DSU PER L’ISEE 2024
La Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) è il documento necessario per richiedere l’ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente, che serve per accedere a molte prestazioni sociali agevolate, tra cui l’assegno unico per i figli a carico. La DSU va presentata ogni anno, entro il 29 febbraio, per ottenere l’ISEE valido per l’anno in corso. Se la DSU viene presentata dopo il 29 febbraio, ma entro il 30 giugno, si ha diritto agli arretrati delle prestazioni a partire da marzo. Se la DSU non viene presentata o non è valida, si riceve l’importo minimo delle prestazioni, se previsto. La DSU va inoltre aggiornata ogni volta che si verificano variazioni significative nella situazione economica o familiare del nucleo. La DSU si può presentare online, tramite il Portale Unico ISEE, oppure presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o gli enti convenzionati con l’INPS. Inoltre, sempre sul sito dell’INPS, a disposizione degli utenti, è presente l’ISEE precompilato.
ISEE 2024 NEL CAOS: TITOLI DI STATO ANCORA CONTEGGIATI NONOSTANTE LA RIFORMA
Nonostante le modifiche previste dalla Manovra 2024, che escludono buoni e titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE, l’indicatore della situazione economica delle famiglie continua a conteggiarli a causa dei ritardi nell’aggiornamento dei moduli. La Legge di Bilancio 2024 ha stabilito l’esclusione dal calcolo ISEE di specifici prodotti finanziari detenuti dai nuclei familiari, tra cui i Buoni ordinari del Tesoro (BOT), i certificati del tesoro zero-coupon (CTZ), i buoni del tesoro poliennali (BTP), i certificati di credito del tesoro (CCT), i buoni postali fruttiferi e i libretti di risparmio postale. Tuttavia, la modifica non è stata ancora attuata nei tempi e modi adeguati. Tutto ciò sta generando disguidi e difficoltà per molte famiglie, oltre a sollevare perplessità sull’equità complessiva della misura. L’esclusione di titoli di Stato e simili prodotti finanziari rischia, infatti, di avvantaggiare nuclei familiari in possesso di titoli pubblici, a discapito di famiglie economicamente più fragili.