**Amazon applica una tariffa a chi usa indirizzi IPv4: di cosa si tratta**
All’incirca sei mesi fa, i responsabili di Amazon Web Services (AWS) avevano preannunciato l’imminente introduzione di una tariffa legata all’utilizzo di indirizzi IPv4, in qualsiasi dei tanti servizi offerti e supportati dal provider cloud. L’azienda ha spiegato che gli indirizzi IPv4 sono sempre più scarsi e difficili da gestire: il costo per acquisire un singolo indirizzo IPv4 pubblico è aumentato di oltre il 300% negli ultimi cinque anni.
Così, a partire da questo inizio di febbraio 2024, AWS inizierà ad addebitare 0,005 dollari (mezzo centesimo di dollaro) ogni ora per ciascun singolo IP utilizzato. Ad essere interessati dalla novità sono solo ed esclusivamente gli indirizzi IPv4 pubblici, indipendentemente dal fatto che essi siano collegati o meno a un servizio. Allo stesso tempo, Amazon esorta i suoi clienti ad accelerare la migrazione a IPv6.
**Facciamo in conti in tasca ad Amazon: quanto vale l’applicazione della nuova tariffa**
Border0, tuttavia, ha voluto approfondire la questione stimando come la modifica di prezzo andrà a impattare sui ricavi globali di Amazon. Elaborando i dati relativi al numero di indirizzi IP gestiti da Amazon e reperibili effettuando un po’ di query sui servizi WHOIS delle cinque organizzazioni regionali di registrazione degli indirizzi IP nel mondo, si scopre che l’azienda guidata da Jeff Bezos ha quasi 132 milioni di indirizzi IPv4.
Dal momento che questi indirizzi sono molto richiesti e, allo stesso tempo, assai scarsi, è ragionevole supporre che gran parte dei 132 milioni siano effettivamente utilizzati dai clienti. Combinando questo dato con le informazioni condivise da ipv4.global, che riporta 35 dollari come prezzo medio del singolo IPv4, il valore degli indirizzi in capo ad Amazon può essere quantificabile in 4,6 miliardi di dollari. Un’enormità.
È quindi possibile stimare un introito aggiuntivo nelle casse di AWS pari a oltre 1 miliardo di dollari, nel corso del prossimo anno. Il calcolo deriva da una stima prudente secondo cui il 30% degli indirizzi IPv4 sia utilizzato da clienti paganti.
**Perché gli utenti di Amazon AWS dovrebbero passare a IPv6?**
Come abbiamo spesso osservato, IPv4 è uno schema di indirizzamento a 32 bit, quindi limitato a 4,3 miliardi di indirizzi unici. Questo “tesoretto” non è più sufficiente per gestire il vastissimo numero di dispositivi contemporaneamente collegati, su scala globale, alla rete Internet. Basti pensare all’esplosione, in termini di diffusione, dei device mobili e dei dispositivi per l’Internet delle Cose (IoT).
Creato nel 1998, IPv6 implementa un indirizzamento a 128 bit per fornire, complessivamente, 2^128 indirizzi. Si tratta di un quantitativo di indirizzi IPv6 immenso, capace di soddisfare le esigenze attuali e future. Basti riflettere sul fatto che per ogni singolo metro quadrato della superficie terrestre, diventano disponibili addirittura 660.000 miliardi di miliardi di indirizzi IPv6; nel caso di IPv4 per ogni milione di metri quadrati sono disponibili appena 7 indirizzi.
Per questo motivo, AWS non applica alcuna tariffa oraria sull’utilizzo degli indirizzi IPv6 e fornisce agli utenti un insieme di strumenti per controllare dove possano essere sfruttati in sostituzione dei tradizionali IPv4.
A conferma di quanto gli indirizzi IPv4 siano rari e importanti, a ottobre 2023 avevamo pubblicato la notizia della condanna subita da un imprenditore che aveva richiesto circa 735.000 indirizzi senza averne titolo.
Credit immagine in apertura: iStock.com – Peter Hansen